Riva degli Angeli, chiesto il rinvio a giudizio di dodici persone

Le indagini disposte dalla procura due anni fa, che portarono al sequestro preventivo del complesso turistico di Porto Cesareo, si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio per dodici dei tredici indagati. Gli illeciti coinvolgerebbero alcuni ex primi cittadini.

Un'accusa di presunti interventi edilizi non consentiti dalla legge, in una zona agricola di salvaguardia paesaggistica, riguardanti il villaggio turistico Riva degli Angeli di Porto Cesareo. Cosicché, il sostituto procuratore Carmen Ruggiero ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio per dodici dei tredici indagati.

Gli illeciti coinvolgerebbero alcuni ex primi cittadini, tecnici, dirigenti del comune ionico salentino che adesso rischiano di finire sotto processo, con le accuse di lottizzazione abusiva, abusivismo edilizio, falsità ideologica e omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale tra i quali: Giuseppe Durante detto Pippi, titolare del complesso; gli ex sindaci Ferruccio Mele, Rocco Durante e Fernando Cardellicchio; i tecnici che si sono occupati degli interventi all’interno del villaggio: gli ingegneri Cosimo Muscogiuri, Antonio Nestola e Cataldo Basile; il geometra Cosimo Spagnolo; l’ingegnere Giovanni Ratta, l’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Porto Cesareo; Maurizio D’Andria e Pietro Viva, geometri dell’Ufficio Tecnico e Tarcisio Basile, responsabile dell’Ufficio urbanistica ed edilizia. Il Pm Ruggero ha stralciato soltanto la posizione relativa al comandante della polizia municipale Romolo Peluso.

La vicenda giudiziaria ebbe inizio con le indagini disposte dalla procura due anni fa, che portarono al sequestro preventivo del complesso turistico Riva degli Angeli che sorge a Torre Lapillo, lungo la litoranea nord, in direzione di Taranto. Nel decreto emesso dal gip Martalò si evinceva che del reato di lottizzazione abusiva “dovevano rispondere sia il proprietario delle aree e del complesso edilizio, che gli altri soggetti che a vario titolo concorrono nelle vesti di progettisti incaricati o di soggetti che hanno rilasciato i titoli autorizzatori, in violazione di legge e che, con tale condotta, hanno concretamente permesso la prosecuzione della lottizzazione abusiva”.

Dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Campi, infatti, diretti dal maggiore Nicola Fasciano e dalla perizia del consulente della Procura emergerebbero la realizzazione di manufatti edilizi mai autorizzati e di opere che, anche se formalmente munite di titolo, erano il frutto di continua ed illecita trasformazione urbanistico-edilizia, eseguita a partire dal biennio 1984-85 e tuttora in corso. Infatti, il permesso di costruire su di una area denominata F7 (zona agricola di salvaguardia paesaggistica) sarebbe circoscritto alla realizzazione di stabilimenti balneari, ristoranti, bar, piscine scoperte; gli insediamenti residenziali ed alberghieri sarebbero potuti essere eseguiti soltanto in presenza di C5 ( zone di sviluppo turistico).

Adesso gli imputati attraverso i propri legali, gli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna, Pietro Quinto, Sergio Vantaggiato ed Antonio Savoia cercheranno di provare, la propria estraneità ai fatti contestatigli.
 



In questo articolo: