Semicabinato spiaggiato tra Frigole e Torre Chianca, è mistero

Una barca è stata trovata riversa sulla sabbia e subito è scattato il sequestro ad opera degli uomini della Guardia Costiera dell’Ufficio locale di San Cataldo. Serrate sono le indagini della Polizia e si ipotizza il traffico di droga.

Il ritrovamento è avvenuto nel pomeriggio di ieri e il mistero è ancora fitto. Un semicabinato di circa 6 metri è stato ritrovato riverso da un lato sulla battigia, lungo la spiaggia che va da Frigole e Torre Chianca, le marine leccesi che si affacciano sul lato Adriatico delle coste salentine.

Il natante, ai primi controlli effettuati dagli uomini della Guardia Costiera dell’Ufficio locale marittimo di San Cataldo, è risultato avere un avaria al motore. All’interno alcuni indumenti utili per la navigazione e alcune taniche di benzina. Chi era alla guida dell’imbarcazione forse pensava di fare molta più strada, ma così non è stato visti i danni allo scafo. Da subito è stata allertata la Questura e immediato è stato l’arrivo delle pattuglie con l’inizio delle indagini. Il semicabinato è stato posto sotto sequestro per consentire lo svolgimento dell’attività info investigativa.

Dalle prime ricostruzioni, ascoltati alcuni testimoni che si trovavano su quel tratto di costa, una Fiat Punto di colore grigio è stata vista allontanarsi in tutta fretta, con a bordo tre uomini. Il sospetto è che i tre siano legati in qualche modo all’abbandono della barca. Tra le prime ipotesi vi è un traffico di droga anche se a bordo non sono state ancora trovate tracce di sostanza stupefacente.

Dagli uffici della Capitaneria fanno sapere che le indagini si stanno svolgendo a stretto giro ed è alto l’allarme al fine di fare luce sullo strano episodio. In questi casi, soprattutto se vi è l’ombra del traffico internazionale di droga, vengono subito allertate tutte le autorità competenti.

Il Salento non è nuovo agli approdi illegali, non soltanto in tema di sbarchi di clandestini, ma anche per le attività illecite di malviventi che fungono da corrieri sui carichi “della morte”. 



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