Si è tenuta in mattinata, in sede di Riesame, la discussione relativa alla richiesta di dissequestro dei beni da un milione di euro, appartenenti ai presunti affiliati al clan Padovano.
Oggi l'avvocato Pantaleo Cannoletta, difensore assieme a Luigi Rella, di Luca Tomasi, ha posto una questione preliminare riguardante il suo assistito, ma anche gli altri imputati, in base alla quale il decreto di sequestro sarebbe da considerare nullo. Mentre, il giudice per le indagini preliminari Giovanni Gallo firmava il decreto di sequestro dei beni relativo all'operazione “Baia Verde", le indagini si erano già concluse. Si era infatti, già passati alla fase "processuale", in cui alcuni imputati avevano scelto di essere giudicati con il rito ordinario ed altri con quello abbreviato. Gli altri legali si sono associati all'istanza dell'avvocato Cannoletta ed il Tribunale del Riesame, Presidente Silvio Piccinnno, ha accolto la richiesta annullando il provvedimento e restituendo i beni sequestrati.
Nei giorni scorsi, gli avvocati Giampiero Tramacere e Mario Coppola per Gabriele Cardellini avevano prodotto una corposa documentazione per attestare la provenienza lecita dei beni messi sotto chiave dal Tribunale. In particolare l’avvocato Coppola aveva depositato l’impugnazione per Cardellini, finalizzata ad ottenere il dissequestro del patrimonio del gallipolino e della sua compagna; una dettagliata attestazione bancaria che comproverebbe la liceità delle risorse finanziarie con cui avrebbe acquistato i beni.
Il 22 settembre scorso, nell'ambito dell’operazione “Baia Verde", è stato emesso dal gup Giovanni Gallo, su richiesta del procuratore aggiunto Antonio De Donno, un provvedimento di sequestro preventivo. Esso ha interessato agenzie investigative, una sala giochi, una pescheria ed ancora conti correnti, appartamenti, auto e moto: tutti beni riconducibili al clan “Padovano” di Gallipoli per un valore complessivo di circa un milione di euro. Il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria leccese è scaturito a seguito di una serie di indagini di natura patrimoniale condotte nel triennio 2013-2015 dai militari del Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma e costituiscono la fase conclusiva dell’indagine “Baia verde”.
Il decreto di sequestro preventivo, ha interessato i beni di tre affiliati al clan Padovano: i due gallipolini Gabriele Cardellini, di 31 anni, Eugenio Corchia, di 34 e Luca Tomasi, 42enne nativo di Lucca ma residente a Carpignano Salentino, anche lui arrestato nel corso dell’operazione “Baia Verde” per associazione mafiosa, ma ora in libertà.
Nei confronti del Cardellini, i militari hanno sequestrato la sala giochi “Games Room” in viale Europa a Gallipoli, un appezzamento di terreno denominato “Nanni” e ancora un appartamento in corso Italia (all’interno del residence di lusso “Corso Italia”,) quattro motocicli e due conti correnti bancari.
Per l’altro gallipolino Corchia, invece, il sequestro ha interessato la ditta individuale “Mare Nosciu”, con sedi ad Aradeo e Collepasso, un’auto e due conti correnti bancari riconducibili alla suddetta società. Secondo gli investigatori, il 34enne avrebbe “prestato” il suo nome al clan, per l’intestazione fittizia dell’attività commerciale del commercio di prodotti ittici. Infine, nei confronti del Tomasi è scattato il sequestro di tre agenzie di sorveglianza (nonché due autovetture e due conti correnti bancari.
Le indagini condotte dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Lecce, nell'ambito dell'operazione denominata “Baia Verde" portò in data 17 luglio 2014, all’arresto di elementi criminali di spicco dei Clan Padovano di Gallipoli e Tornese di Monteroni. Essi avevano creato un sistema criminale di controllo sulle discoteche ed i parcheggi di Gallipoli.
