Ha fatto non poco discutere, inutile dirlo, la notizia del cittadino ‘distratto’ che non solo aveva collezionato la bellezza di 83 verbali ‘solo’ per aver raggiunto la sua abitazione nel centro storico passando da un varco della Zona a traffico limitato, senza autorizzazione, ma che si era ritrovato tra le mani un salatissimo conto relativo alle spese accessorie e di notifica, per la non modica cifra di circa 2mila euro. Importi – come sottolineato dallo Sportello dei Diritti che aveva acceso i riflettori sulla singolare vicenda – ‘ingiusti’ in quanto la Polizia municipale aveva consegnato personalmente allo sbadato trasgressore le notifiche. Oggi a gettare acqua sul fuoco è il comandante Donato Zacheo che con un comunicato stampa ha deciso di mettere i puntini sulle i e spiegare passo dopo passo l’iter che ha portato alla notifica delle multe al residente del centro storico, balzata agli onori delle cronache locali non prima di aver lanciato una frecciatina all’avvocato Giovanni D’Agata. «Sarebbe sempre meglio informarsi prima di parlare, ma, purtroppo, e non è la prima volta, il responsabile dello Sportello dei Diritti preferisce sparare a zero, senza motivo, contro un organo istituzionale, insinuando nell’opinione pubblica il dubbio di irregolarità che discreditano l’operato del Corpo e dell’Amministrazione che rappresenta. Un atteggiamento, questo sì, censurabile».
«I verbali, com’è noto, sono stati elevati per il passaggio ad un varco della ZTL, nonostante non fosse stata mai comunicata, da parte del residente, all’Ufficio Mobilità e Trasporti, la targa del proprio veicolo. Una sua prima negligenza di cui, com’è ovvio, non abbiamo responsabilità. E su questo, mi pare di capire, nulla quaestio». Già, perché non era questo il punto che ha poi scatenato la polemica
«Sull’ammontare complessivo delle spese di notifica degli accertamenti, l’importo è elevato, ma tutto legittimamente addebitato, secondo regolari procedure di legge, senza alcun ingiustificato aggravio per il trasgressore. Purtroppo, per una cinquantina di quegli 83 accertamenti il trasgressore risultava ancora residente in un paese della provincia, perché la registrazione del trasferimento della sua residenza a Lecce, al PRA e alla Motorizzazione Civile, le uniche banche dati alle quali ai sensi del codice della strada possiamo attingere, è stata trascritta solo dalla fine di gennaio 2015». Ed è qui che sta l’inghippo. «La necessità di rinotificare ha quindi raddoppiato le spese di quegli accertamenti. Per una trentina multe rimanenti, invece, la cui notifica è stata inoltrata successivamente a quella data, l’addebito è stato di € 16,20, come di prassi».
Insomma, solo grazie alle indagini svolte dalla Polizia municipale è stato possibile venerdì scorso, riuscire a notificare tutti e ottantatré gli accertamenti per mezzo di un ufficiale giudiziario con la consegna nelle proprie mani del trasgressore, perché come ha spiegato il Comandante «è questa è stata la sua seconda negligenza, lo stesso non aveva segnalato in alcun modo la propria presenza all’indirizzo, dove risultava “sconosciuto” al postino. Ma tale procedura, e non poteva essere diversamente, non ha comportato nessun ulteriore aggravio di spese»
«Sarebbe stata sufficiente una telefonata per avere tutti i chiarimenti del caso – ha concluso – e si sarebbe evitato quest’inutile ed ingiustificato clamore».
