‘Solo rapporti di lavoro e amicizia con Giannelli’: Pasquale Aluisi si difende così innanzi al giudice

Si sono svolti i primi interrogatori di garanzia dell’operazione ‘Coltura’, che ieri ha portato all’arresto di 22 persone, permettendo di disvelare un pericoloso intreccio di potere tra mafia e politica nel comune di Parabita.

Sono iniziati gli ascolti degli indagati dell’operazione ‘Coltura’, che ieri ha portato all’arresto di 22 persone, permettendo di disvelare un pericoloso intreccio di potere tra mafia e politica nel comune di Parabita.
 
Questa mattina, dinanzi al gip Alcide Maritati, si è svolto l'interrogatorio di garanzia di 7 persone, la maggior parte delle quali si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
 
Solo Pasquale Aluisi (titolare di una ditta di pompe funebri), 53 anni di Parabita, difeso dagli avvocati Elvia Belmonte e Mariangela Calò ha risposto a tutte le domande del giudice. Anzitutto, ha chiarito la propria posizione in merito all'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Aluisi ha, dunque, precisato la natura dei rapporti con MarcoAntonio Giannelli, 32 enne, figlio del boss ergastolano Luigi Giannelli e nuovo capo dell'organizzazione mafiosa.
 
Aluisi ha affermato di essere legato soltanto da un rapporto di amicizia e lavoro con quest'ultimo, poiché si conoscono da molto tempo e, inoltre. egli avrebbe effettuato, con la propria agenzia di pompe funebri, numerosi servizi per suoi amici e famigliari.
 
Riguardo l'altro capo di accusa, quello di detenzione di arma da fuoco, non sarebbe mai stato trovato nulla e soltanto delle intercettazioni attesterebbero il possesso dell'arma. Infine, era accusato di aver  
aver fatto incendiare, ad opera di appartenenti al sodalizio, l'automobile di un dipendente di un'agenzia funebre concorrente. Anche su questo punto, l'uomo si è discolpato, anche perché non ci sarebbero prove ad "incastrarlo".
 
Invece, Cristiano Cera, 24enne di Ugento, difeso dall'avvocato Francesco Fasano non ha risposto alle domande del gip, ma ha rilasciato soltanto spontanee dichiarazioni. Accusato di spaccio di sostanze stupefacenti ha dichiarato di non avere mai rifornito di droga nessuno, né tantomeno elementi del clan mafioso e di non avere mai posseduto un fucile (come contestatogli dall'accusa).
 
Fernando Cataldi, 25enne di Collepasso, difeso dall'avvocato Michelangelo Gorgoni ha anch'egli rilasciato spontanee dichiarazioni.
 
Gli altri 4 indagati Matteo Toma, 37 anni di Parabita; Cosimo Paglialonga, 61enne di Collepasso; Giovanni Picciolo, 34enne di Parabita e Antonio Fattizzo, 38enne di Parabita si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
 
Domani invece, verranno ascoltati dal giudice, Marco Antonio Giannelli, ed altri sette indagati tutti difesi dall'avvocato Luca Laterza.
 
Il collegio difensivo è composto anche dagli avvocati Vincenzo e Antonio Venneri, Luigi e Alberto Corvaglia, Gabriella Mastrolia, Walter Zappatore, David Alemanno, Vincenzo Blandolino, Pietro Ripa, Elisa Secli.
Ricordiamo che nella mattinata di ieri, il Procuratore aggiunto antimafia, Antonio De Donno ha illustrato i dettagli dell’operazione ‘Coltura’ (in onore della santa protettrice di Parabita).
 
Grazie anche alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Massimo Donadei, i carabinieri del Ros hanno accertato il dinamismo del sodalizio mafioso nel traffico di droga.
 
Gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, detenzione illegale di armi, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e danneggiamento seguito da incendio, tutti reati aggravati dalle finalità mafiose.
 
Le altre persone arrestate alle prime ore del mattino dai militari del Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma, diretti dal maggiore Gabriele Ventura e dal capitano Marco Ancora sono: Vincenzo Costa, 52, di Matino; Leonardo Donadei, 50, di Parabita; Claudio Donadei, 43, di Parabita; Antonio Luigi Fattizzo, 20, di Parabita;Mauro Ungaro, 33, di Taurisano; Adriano Giannelli, 40, di Parabita; Besar Kurtalija, 29, di Parabita; Orazio Mercuri, 46, di Parabita; Donato Mercuri, 52, di Parabita; Fernando Mercuri, 53, di Parabita; Alessandro Prete, 35, di Parabita; Marco Seclì, 31, di Parabita; Federico Fracasso, 30, di Parabita e Lorenzo Mazzotta, 45, di Collepasso, questi ultimi tre ai domiciliari.



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