Un attacco di gelosia per il tradimento della convivente, scarcerato il leccese arrestato domenica

Nell’udienza di convalida, I.F.A., 46 anni, si è così giustificato per la violenta ‘visita mattutina’, nell’abitazione di un uomo di nazionalità bulgara, presso cui si trovava la sua amata. Il gip pur convalidando l’arresto, ha stabilito la scarcerazione.

Solo un attacco di gelosia, dettato dal tradimento della convivente e per un leccese viene ordinata la scarcerazione.
 
Nell'udienza di convalida, I.F.A., 46 anni, difeso dall'avvocato Oronzo Mario Ingrosso, si è così giustificato per la violenta "visita mattutina", nell'abitazione di un uomo di nazionalità bulgara, presso cui si trovava la sua sua ex compagna. Egli avrebbe perso le staffe e poco dopo, per lui sarebbero scattate le manette. Il gip Vincenzo Brancato, pur convalidando l'arresto, ha stabilito che l'uomo può lasciare il carcere, dove era finito domenica scorsa su disposizione del pubblico ministero di turno.
 
Intorno alle ore 6.30, infatti, l’uomo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha fatto irruzione nella casa del bulgaro, dopo avere sfondato la porta d'ingresso. La donna, si è immediatamente precipitata giù dal letto, trovandosi "faccia a faccia" con il 46enneleccese ‘mollato’ appena pochi giorni fa. Egli non ci ha pensato due volte e ha preso di mira "l'altro uomo", colpendolo ripetutamente con pugni, schiaffi e persino con una sedia, urlando all’inverosimile.
 
La donna rumena non ha perso la lucidità e si è precipitata presso gli uffici della Questura. I poliziotti delle volanti, quindi, appresa la situazione, si sono immediatamente recati presso l’abitazione da lei indicata, dopo avere incontratolungo la strada, il cittadino bulgaro.
 
I due, accompagnati agli agenti, hanno fatto ingresso nuovamente nella casa, dove era ancora presente l’aggressore. Di fronte ai poliziotti, I.F.A. ha tentato di giustificare il proprio comportamento, dichiarando di aver agito così violentemente, perché ancora innamorato della"sua" donna.
 
Sottoposto a perquisizione personale, gli agenti hanno poi rinvenuto nelle tasche, il cellulare della cittadina rumena. Alla fine, hanno proceduto all’arresto del 46enne, con l’accusa di furto, e denunciandolo in stato di libertà, inoltre, per i reati di danneggiamento, violazione di domicilio e lesioni personali.
 
L'uomo, che oggi ha potuto lasciare il carcere, con il solo obbligo di firma, ha ribadito innanzi al giudice di avere agito, seppur violentemente, in buona fede, spinto dall'amore verso la sua convivente. Infatti, egli ha affermato che la donna si era allontanata di casa, pochi giorni fa; sospettando, dalla presenza della macchina di lei parcheggiata sotto, che ella potesse trovarsi in casa di un cittadino bulgaro, si sarebbe presentato lì.
 
Secondo la sua versione, avrebbe chiesto insistentemente di entrare, ma senza sfondare la porta; ella gli avrebbe aperto ed I.F.A. avendo capito che i due erano stati a letto insieme, sarebbe andato su tutte le furie. Egli avrebbe aggredito il bulgaro, mentre la donna sarebbe scappata per poi recarsi in Questura. Quando anche quest'ultimo, si sarebbe divincolato da I.F.A., per tentare di raggiungerla in strada, lui si sarebbe adoperato per riunire gli oggetti personali di lei, tra cui il cellulare (era accusato anche di furto), per riportarli nella casa dove avevano vissuto assieme fino a poche ore prima.



In questo articolo: