Morì d'infarto in spiaggia, ma il giorno prima era stato in ospedale per un controllo al cuore. Il paziente fu sottoposto a necessari e approfonditi accertamenti?
Questo, il principale interrogativo sollevato dai familiari della vittima, l'imprenditore salentino Giuseppe Mascello, 54 anni di Castrignano dei Greci, che si sono costituiti parte civile. L'avvocato Francesca Conte, che assiste la moglie ed i tre figli della vittima, nel corso dell'udienza preliminare ha chiamato in causa l'Asl in qualità di responsabile civile, invocando un maxi risarcimento di oltre un milione di euro. Intanto, rischiano il processo due medici di turno dell'Ospedale di Scorrano. Si tratta della dottoressa del Pronto Soccorso, G.V. 55enne di Spongano e della cardiologa O.D.D. , 66enne di Maglie. Le due imputate sono difese dagli avvocati Dimitry Conte e Luigi Corvaglia. Entrambe, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, rispondono del reato di omicidio colposo. La prossima udienza, innanzi al gup Stefano Sernia, è stata fissata per il 12 marzo. In quella data, il giudice stabilirà se prosciogliere i due imputati o rinviarli a giudizio.
Ricordiamo che Mascello è deceduto il 13 maggio del 2015. Stava infatti lavorando al “Lido dei Pini”, uno dei suoi stabilimenti balneari in località “Alimini”, quando intorno alle 8,30 ha improvvisamente accusato un malore. Un attacco fulminante, tanto che all’arrivo dell’ambulanza, per lui non c’era già più nulla da fare. Inutili le manovre di rianimazione messe in atto dal personale medico, in un disperato tentativo di tenerlo in vita.
Il sostituto procuratore di turno Francesca Miglietta ha voluto, però, fare luce su alcuni aspetti presumibilmente oscuri della vicenda, aprendo un'inchiesta. Mascello, il giorno prima, si era recato presso l'ospedale di Scorrano per alcuni controlli, proprio a causa di alcuni dolori al petto e per apnee respiratorie. Anzitutto, secondo l'accusa, i due medici di turno indagati non avrebbero valutato adeguatamente un "infarto del miocardio in atto".
Non solo, poiché non avrebbero avvertito il paziente della possibile presenza di alcune patologie cardiache che avrebbero reso necessario il ricovero per alcuni accertamenti; cosicché Mascello, accompagnato dalla moglie, si sarebbe rifiutato di restare in Ospedale. Dunque, ritiene la Procura, i due medici non avrebbero sottoposto il paziente ad "osservazione clinica": elettrocardiogrammi, controlli e dosaggi degli enzimi e di altri marcatori cardiaci, coronografie. Ciò avrebbe presumibilmente consentito di individuare una "sindrome coronarica acuta" che una volta diagnosticata e monitorata, avrebbe forse evitato la successiva morte del paziente. Il decesso avvenne per aritmia maligna insorta, seguita da "infarto acuto del miocardio".
Ricordiamo che Mascello era anche il proprietario della nota discoteca “Ciak” di Castrignano de’ Greci, alcuni locali estivi, quali il “Bahia”, il “Blu Bay” ed, infine, un pub nel centro di Lecce.
