Una storia dai tratti per certi versi assurdi, una storia di usura, con tassi di interesse che superano il 30% annuo. Protagonisti? Una coppia di sposi, persone perbene, soggetti stimati a cui mai nessuno avrebbe dato dei ‘delinquenti’. Una storia che, però, parte da molto lontano.
Ci troviamo nel cuore del Salento, tra Uggiano La Chiesa, Otranto e Maglie. Qui un piccolo imprenditore agricolo assume un 23enne di Giurdignano, giovane pregiudicato, pagato regolarmente. Lo vede lavorare con dovizia e impegno, apprezzandone gli sforzi. D’un tratto però, quando il piccolo imprenditore crede che il giovane non sia attaccato al denaro, quest’ultimo tira fuori la storia di uno zio in carcere (che effettivamente esiste) e chiede al suo datore di lavoro una somma di denaro in prestito, così come chiede l’anticipo di tre-quattro mensilità.
L’uomo, con grandi sforzi, paga. Lo fa quasi regolarmente, fino a quando però il giovane pregiudicato arriva a formulare la bizzarra proposta di allestire una attività di coltivazione di canapa indiana. L’uomo rifiuta, ma ormai è in ginocchio. Nel febbraio 2015, dinanzi alle continue richieste del ragazzo che puntualmente assecondava, decide di chiedere l’aiuto a un centro antiusura a Bari, dove viene indirizzato alle Forze dell’Ordine.
Dopo alcuni mesi di discernimento sul da farsi, arriva quindi al Commissariato di Otranto. Gli agenti lo interrogano e alla domanda sulla provenienza di tutti quei soldi, l’imprenditore ammette candidamente di aver ricevuto la somma di 9 mila euro ad alcuni ‘amici di Maglie’ che ora vogliono anche gli interessi, pari a circa 2 mila euro.
La Polizia capisce, insomma, che il soggetto è vittima di usura e ottiene la perquisizione in casa di questi due soggetti: persone normali, marito e moglie, conosciute da tutti come ‘persone per bene’, 60enne lui, 57enne la sua sposa. Nel loro appartamento la bella sorpresa: gli agenti, infatti, scovano le cambiali e un Libro Mastro con tutti i dati di altri decine e decine di sfortunati clienti. Nell’elenco, ovviamente, c’è anche il nome del piccolo imprenditore agricolo che, si scopre, già in passato si era rivolto a loro per somme complessive di oltre 200 mila euro.
‘Chiediamo le intercettazioni telefoniche degli usurari e della vittima – spiega il Commissario di Otranto in conferenza stampa – e ci accorgiamo del tipo di pressioni, telefonate e messaggi continui che assillano il malcapitato. Chiariamo in maniera certa il rapporto usuraio che prevede tassi pari al 30% annuo: 30 euro ogni mille prestati, calcolati al mese’.
La svolta arriva nel mese di luglio 2016: la Polizia riesce ad infiltrare alcuni uomini nell’attività commerciale dell’usurato fino a vedere, un giorno, il soggetto tendere la busta contenente una grossa trance di denaro che prontamente consegna. L’usurario ha già preparato una ricevuta con i nuovi calcoli e le nuove scadenze, e la povera vittima di usura scappa. Nelle intercettazioni è un fatto che il ‘gentiluomo’ gli rimprovera spesso: ‘Perché scappi subito? – gli chiede – Non sono mica un delinquente!’.
La moglie dell’usurario è sempre presente, anzi spesso è lei che riceve i clienti nel loro esercizio commerciale, considerato anche che il marito è pensionato. A quel punto il malcapitato viene condotto in Commissariato ed edotto del fatto che ormai la Polizia conosce tutto.
L’ultimo atto delle indagini è un accesso in banca dove, in una cassetta di sicurezza, vengono trovati 120 mila euro liquidi. Non c’è un braccio armato in tutto questo, ma in una intercettazione si ascolta una minaccia, non tanto velata, di ‘spezzare le braccia’, facendo riferimento ad un altro ipotetico fatto di usura in quel di Tricase.
‘Due casi apparentemente distinti, ma che grazie al lavoro e alla curiosità degli agenti del Commissariato di Otranto, siamo riusciti a collegare’, commenta il Questore Pierluigi D’Angelo. ‘Le indagini hanno evidenziato almeno quattro episodi, ma possono essere molti di più: esortiamo, quindi, tutti coloro che si trovano sotto usura ad uscire allo scoperto. Solitamente quanto si pensa a questo tipo di reato vengono in mente condotte gravi, particolarmente criminose, fatte di tante azioni violente. In questo caso, invece, gli usurai sono persone normali. Ecco perché denunciare diventa vitale per tutti. Abbiamo identificato altri soggetti vittime della coppia di usurai – conclude il Questore – e che adesso invitiamo vivamente a smettere di pagare e a denunciare’.
Al momento, dunque, è stato notificato l’ “Avviso di conclusione delle indagini” e l’ “Avviso di Garanzia” emessi dalla Procura di Lecce sia al giovane di Giurdignano, accusato di estorsione continuata, e sia alla coppia di coniugi di Maglie per i reati di usura pluriaggravata, tentata estorsione e minacce.
