Assunzione a tempo indeterminato del figlio in cambio di voti? Indagati sindaco ed elettore

Nell’avviso di conclusione delle indagini, a firma del pm Roberta Licci, compare il nominativo di Pasquale Bleve, 47 anni, ‘primo cittadino’ di Santa Cesarea Terme

La Procura chiude le indagini sul presunto episodio di corruzione elettorale che vedrebbe protagonista il sindaco di Santa Cesarea Terme. Nell’avviso di conclusione, a firma del pm Roberta Licci, compare il nominativo di Pasquale Bleve, 47 anni.

Secondo l’ipotesi accusatoria, tutta da verificare, il sindaco avrebbe chiesto il voto a Filippo Rizzo, 57 anni, di Vitigliano (indagato in concorso) ed ai suoi familiari, in favore di un consigliere di maggioranza della lista “Insieme con responsabilità” di Bleve. In cambio, quest’ultimo, avrebbe assicurato l’assunzione a tempo pieno del figlio di Rizzo, in una impresa di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Dunque, garantendogli un contratto a tempo indeterminato (in sostituzione di quello a tempo determinato). Il ragazzo venne assunto presso una ditta nel dicembre del 2018.

Le indagini, condotte dai Carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Maglie, hanno preso il via da un esposto anonimo, a cui era stato allegato un cd con la registrazione di una telefonata.

I fatti fanno riferimento alle elezioni comunali del 10 giugno di due anni fa, in cui Bleve era candidato alla carica di sindaco. E nel corso delle indagini sono state fatte delle verifiche sulle sezioni scrutinate a Santa Cesarea Terme.

La telefonata che comprometterebbe il sindaco

Rizzo, difeso dall’avvocato Veronica Merico, è stato ascoltato durante le indagini e ha confermato il contenuto della registrazione in cui parlando con un conoscente, riferiva di essere stato contattato dal sindaco e di avere ricevuto la proposta dell’assunzione a tempo pieno del figlio, in cambio di voti. E secondo quanto sostenuto da Rizzo e riportato nell’avviso di conclusione delle indagini, l’incontro sarebbe avvenuto nella macchina del sindaco Bleve, il quale avrebbe affermato. «….poi quando facciamo la gara nuova, ti prometto, ti garantisco che il ragazzo lo inserisco nell’appalto nuovo, lo metto a tempo indeterminato quando facciamo la gara…ma tu devi votare….vedi che devono uscire, sai, che lì…tre voti tiene e i quattro tuoi sono sette».

I due indagati hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati, fornendo la propria versione dei fatti e produrre memorie difensive.



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