
Torna in presenza e a Lecce il festival Sabir, la kermesse dedicata alle culture del Mediterraneo. La settima edizione del festival ideato a Lampedusa nell’ottobre 2014 – a un anno dal naufragio dell’isola dei conigli – torna nel capoluogo salentino dopo il boom di ascolti registrati nella scorsa edizione, tenutasi in remoto a causa della pandemia.
Fulcro del festival – organizzato da Arci insieme a Caritas italiana, Acli e Cgil e la collaborazione di Asgi e Carta di Roma – è il grande tema delle frontiere e delle migrazioni, e del ruolo che l’Europa può svolgere nello scacchiere geopolitico internazionale. Se ne torna a discutere dal 28 al 30 ottobre a Lecce, in un periodo d’incertezza dovuto alla pandemia ma anche ai vari focolai, tra guerre e crisi climatiche, che fanno ancora una volta del Mediterraneo crocevia delle contraddizioni della modernità. Dove l’esodo dei popoli in fuga si accompagna alla chiusura della Fortezza Europa, con l’erezione di nuovi muri e politiche migratorie asfittiche e incapaci di fronteggiare il fenomeno migratorio senza farne un’emergenza.
Se ne parla alla presenza di giornalisti, esperti e rappresentanti delle istituzioni e della società civile delle diverse sponde del Mediterraneo in una serie di incontri incentrati sui diritti umani, il diritto all’asilo, la solidarietà e la necessità di maggiore giustizia sociale.
Tra i temi affrontati ci saranno la cooperazione internazionale e i flussi migratori, la crisi afghana e la risposta dell’Europa, caporalato e sfruttamento lavorativo, le politiche di esternalizzazione delle frontiere, il ruolo dell’informazione nel racconto delle migrazioni. In chiusura, sabato è prevista la tavola rotonda delle reti internazionali a cura del comitato promotore del festival Sabir. Saranno riportate in assemblea le conclusioni dei seminari e le proposte da avanzare al fine di realizzare una politica europea rivolta a migranti e richiedenti asilo rispettosa dei diritti umani universali.