Gabrielle De Rosa si racconta, “Il mio un genere Country Pop o Indie”

Leccenews24.it ha incontrato la cantautrice salentina che parla del suo lavoro d’esordio dal titolo “We Believe”, l’album si potrà trovare in tutti i digitalstores “Spotify e Itunes,” 

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Quando hai capito che la musica potesse diventare qualcosa di serio?

Ho capito che la musica potesse diventare il mio mestiere da quando ci ho sperato, poiché mi ritengo una ragazza determinata. Il primo pezzo che ho scritto, si chiama “My life was a dead star” (singolo non ufficiale). Poi, nei primi 2 anni di scuola superiore, ho iniziato ad esibirmi nei vari locali con qualche inedito accompagnato da cover. Inoltre, da piccola, scrivevo poesie e libri. Ad oggi, sto lavorando anche su quest’ultimi per poterli pubblicare.

Quando hai deciso di dedicarti solo ed esclusivamente ai tuoi inediti?

In terzo superiore ho deciso di abbandonare definitivamente le cover per lasciar spazio ai miei singoli.

Possiamo definirti una cantautrice? O canti anche brani non scritti da te?

Si può dire che sono quasi del tutto una cantautrice, poiché ho sempre voluto cantare ciò che scrivevo. Ma, ciò non toglie che, se mi venisse chiesto di cantare qualcosa non composta da me, non possa farlo.

Parliamo del tuo album, quando hai incominciato a lavorarci?

“We Believe” si è iniziato a formare intorno 1 anno e mezzo fa, quando mi sono ritrovata con circa 25 pezzi inediti, allora ho capito che fosse arrivato il momento di documentare pubblicamente il mio lavoro. L’album è stato scritto e composto totalmente da me.

Nel momento in cui hai deciso che la musica diventasse il tuo pane quotidiano, qual è stata la reazione da parte di tua madre?

Quando ho incominciato a desiderare di fare musica a livello professionale ho avuto forte appoggio da parte di mia madre. Anzi, si sarebbe sorpresa se non fosse diventato un vero impegno. Ho iniziato prima a cantare che a parlare, e crescendo, il mio sogno è rimasto tale. Proprio per questo, non si è meravigliata.

Cosa ne pensi dei tanti talent che ci sono adesso?

Sono totalmente contro i “talent”, anche se ne ho seguiti pochi. Perché vedendoli ho notato che non sempre, anzi, quasi mai, salvo in casi eccezionali, chi vince questi talent, ha un vero e proprio percorso all’interno della musica. Faccio l’esempio di “Noemi” la quale, pur non vincendo la 2°edizione di XFactor, è riuscita ad affermarsi. Penso che quello dei talent, non è un percorso valido, se parliamo di progetti a lungo termine. Quindi escluderei qualsiasi possibilità di andare a provarli.

Hai un cantante a cui ti ispiri?

Non m’ispiro a nessun cantante in particolare. Se invece parliamo di generi musicali, sostengo che il mio genere possa essere influenzato da quello “Country”. Infatti, definisco il mio genere come “Country-Pop” o “Indie”

Tornando al tuo album, hai detto di avere 25 pezzi pronti, perché hai scelto questi 7?

Tra i vari pezzi che ho scritto, ho scelto questi 7 perché gli sentivo più “miei”, come ad esempio “Rosso” che è uno dei miei cavalli di battaglia. “We Believe”, invece, è quello che ha dato il nome all’album perché chattando con una “life coach” (di cui non ricordo il nome) mi ha ispirato dandomi un consiglio che è stato quello di cantare come se fossi sempre ad un concerto. Da qui nasce “WeBelieve” il cui testo contiene dei riferimenti ai consigli che mi ha dato questa “life coach”. “Luoghi” invece, tratta della storia d’amore che ho avuto nel il mio paese che è Gallipoli, e cerco di immaginare che anche il pubblico abbia una loro storia d’amore vissuta nel loro paese.

Raccontaci “Rosso”

Come detto prima, “Rosso” è uno dei pezzi che ho più volte presentato in pubblico, ma la sua storia, parte da molto lontano.  Mi venne regalata una chitarra acustica all’età di 15 anni, da una suora che non poteva più usufruirne, poiché scelse di andare in clausura. E grazie a quella chitarra, un giorno, in quel convento, mi venne l’ispirazione di suonarla e vennero fuori delle melodie che mi piacquero molto. Così decisi di farle diventare parte di “Rosso” che tratta di rapporti d’amicizia nella quale non sempre tutto va per il verso giusto, ma ci sono anche dei momenti in cui prevale la rabbia o la passione.

Mi hai detto che nel tuo album ci sono 2 brani in inglese, il primo è “We Believe”, Come s’intitola il secondo? E qual è il suo significato?

S’intitola “Kiss my tears away” e parla di una storia a metà tra amore e amicizia, ma a distanza. Durante una sottospecie di sogno, lei ha ben preciso il percorso, e il tempo che trascorrerà per sopraggiungere dal suo partner. Musicalmente il pezzo è molto triste di fatti viene accompagnato da una voce abbastanza soffusa e misteriosa.

Andiamo avanti con gli inediti dell’album, con quale vuoi continuare?

“Io sono il destino” ha un significato abbastanza particolare, perché cerco di identificarmi nello stesso andando a cercare dei consigli da poter sfruttare o piuttosto a domandarmi che cosa ha in serbo per me. Anche questo è un pezzo che ritengo molto misterioso, perché c’è una sorta di doppia personalità nella quale cerco di rappresentarmi. Ovvero il destino e me stessa.

Quale delle ultime 2 canzoni vuoi descriverci per prima?

“Dimmi”. Che all’inizio era “Dimmi perché non sei una stella”. Tratta di una storia molto fantasiosa e surreale. Da piccola ho sognato di avere un fratello, con il quale avevo un rapporto molto forte. Questo sogno è stato così bello che crescendo si è alimentato sempre con più dettagli. Dunque, sono andata a sviscerare i miei pensieri in questo pezzo. Chiedendomi se questa persona ideale, in mezzo a tutta questa gente, esistesse realmente. E se non dovesse esistere è perché non l’ho potuta incontrare io, oppure non la incontrerò mai.

Siamo arrivati all’ultimo brano dell’album

“Margherita”. Il qualeassume un significato leggero, ma impegnativo. Perché fa riferimento a tutte quelle persone semplici, artistiche e creative che però non parlano la mia stessa lingua musicale. A me piace vedere le “Margherite” che possano ispirarsi al mio lato musicale, ma non riuscirei a riprodurre nulla che non venga partorito dalla mia mente.

Quali sono le tue aspettative per questo primo album?

Dal mio album d’esordio, mi aspetto di riuscire a prendere un pubblico quanto più vasto possibile. Perché tra questi, ci sarà sicuramente una fetta che saprà a memoria le mie canzoni. Infatti, il pezzo che ha dato il nome al mio album, parla proprio di questo in una specifica frase: “We believe in the same dream”.

Dove possiamo sentire tutte le canzoni facenti parte del tuo album d’esordio?

L’album potete trovarlo in tutti i digitalstores “Spotify e Itunes,”  Oppure dal sito www.gabriellederosa.it. Su “Sound Cloud” è disponibile sentire le mie interviste sulle radio inglesi.

Riccardo Ciccarese



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