èˆ Renzo Rubino il re del day after di Sanremo 2014

Sul palco di Sanremo tra i big, Renzo Rubino si è¨ presentato in punta di piedi con due brani ma è¨ «Ora» a fargli vincere, meritatamente, il terzo posto.

È pugliese la rivelazione del Festival di Sanremo. Anzi per la precisione di Martina Franca, terra fertile e feconda di talenti che ha dato i natali a giovani e brillanti scrittori e musicisti. Si chiama Renzo Rubino ed ha una forza narrativa ed interpretativa fortissime, quasi inusuali per un giovane poco più che 25enne presentatosi come «cantamusicattore macabro-circense, spesso romantico».

Quando si spengono i riflettori della kermesse e le canzoni cominciano a fare il giro delle radio e di internet, rapidamente cominciano anche ad emergere le parole più interessanti, quelle che la velocità della serata ti ha impedito di apprezzare e valorizzare. Renzo Rubino invita tutti a fermarsi, a guardare la propria esistenza e a dare ad essa un voto che fotografi il raggiungimento di ogni attesa e di ogni aspettativa. È arrivato alle spalle di Arisa e Raphael Gualazzi. Non è stato considerato il vincitore morale come Francesco Renga né quello social come Noemi. Tuttavia sin da ieri pomeriggio, i due pezzi che ha portato sul palco del Teatro Ariston hanno invaso l’etere ed il web.

Un’attestazione importante in un festival che Fabio Fazio e Luciana Littizzetto hanno dedicato alla bellezza e che ha avuto nel ricordo di Fabrizio De Andrè e nel concerto nel concerto di Claudio Baglioni e Luciano Ligabue i suoi momenti più alti. Le polemiche? Beh, che festival sarebbe senza polemiche. Ma Sanremo è qualcosa che va oltre Sanremo, va oltre la gara di cantanti e musicisti. Sanremo è una fotografia dell’Italia e del momento e anche quest’anno non ha mancato di mettere a fuoco il suo obiettivo: dalla disperazione dei finti o meno operai della prima serata alla retorica un po’ demodé della conduzione che non è piaciuta a tanti, che magari avrebbero gradito una presenza più rumorosa di Beppe Grillo. Come troppo buonista è anche apparso  anche il monologo di Maurizio Crozza, forse eccessivamente spaventato dalle critiche dello stesso anno. Adesso la parola passa  alle vendite, al business, alla complessa macchina d’affari che quantifica il successo di una manifestazione dal ritorno economico delle case discografiche.



In questo articolo: