Solo qualche giorno fa, sul suo profilo ufficiale il bel Francesco Renga aveva svelato, in anteprima, la tracklist di «Tempo Reale», il suo sesto album di inediti disponibile da oggi in tutti i negozi di dischi e negli store digitali. E leggendo la lista dei brani subito era saltata all’occhio la traccia numero sette del disco: «L’amore Altrove» brano cantato insieme ad Alessandra Amoroso. Quello con la cantante salentina è il primo duetto (in italiano) nella carriera dell’artista friulano. In un’intervista rilasciata a Sorrisi.com, Renga parla della collaborazione «nata in modo sincero» con la vincitrice di Amici 8 usando parole che lasciano ben intuire quale sarà il taglio (e la profondità) del brano «Pensavamo a un duetto, volevamo una persona e Alessandra era a Milano e sentendoci poi in due giorni avevamo questo duetto bellissimo. Non la conoscevo così bene, è un'artista giovanissima e molto disponibile con talento eccezionale dal quale è arrivato un risultato sorprendente, ha una voce incredibile. Il duetto per me è stata una cosa che avrei voluto rendere concreta e Alessandra l'ha concretizzata. Tra l'altro ha registrato il pezzo quando la canzone era già pronta e ha usato una tonalità pensata per me e non per lei. Ha usato una voce che credo di non aver mai sentito uscire dalla sua bocca. È stata bravissima. Questo è a tutti gli effetti il primo duetto italiano della mia carriera».
Ma c’è un altro brano che ha qualcosa del Salento. È «Si…Bè…Ma…Non So?!» scritto da Giuliano Sangiorgi. In un’altra intervista rilasciata ad Elle il cantante bresciano, reduce dal successo sanremese a suo dire “Inaspettato” e da una parentesi messicana, dove ha presentato «Mi voz», ha parlato degli autori del suo disco. Oltre al frontman dei Negramaro c’è anche Kekko Silvestre dei Modà ed Elisa «Io sono un tipo timido, introverso, riservato e chiedere qualcosa a qualcuno mi sembra sempre una intromissione. Questa volta invece, ho preso il telefono e ho chiamato Elisa, Giuliano, Kekko. L’ho fatto sforzando una parte di me. Il risultato è che ognuno ha portato qualcosa del suo mondo nel mio».