VascoNonStopLive, a Bari in 100mila. Il Blasco: “la Puglia come casa”. E c’è anche chi chiede la mano della sua lei

In centomila, in due giorni, hanno atteso, sudato, cantato, ballato, urlato, pianto e riso sugli spalti e sul parterre dello stadio del capoluogo, gremito in ogni ordine di posto per due serate consecutive. Due show memorabili, che non hanno affatto deluso la sua combriccola

La carica dei 100mila ai piedi di Vasco nella due-giorni barese. Il “VascoNonStopLive” ha salutato la Puglia dopo due concerti da urlo celebrati sabato e domenica allo stadio “San Nicola”: come di consueto il Blasco nazionale non ha lesinato emozioni, lasciando ancora una volta a bocca aperta tutto il suo popolo, giunto da ogni parte del Sud d’Italia per il nuovo tour da ‘sold out’ ovunque.

In centomila, in due giorni, hanno atteso, sudato, cantato, ballato, urlato, pianto e riso sugli spalti e sul parterre dello stadio del capoluogo, gremito in ogni ordine di posto per due serate consecutive. Due show memorabili, che non hanno affatto deluso la sua combriccola, proveniente da ogni dove e riunita sotto il suo palco, come un rito sacro che si rinnova di anno in anno.

Erano in migliaia anche dal Salento, con i tanti gruppi capitanati dalla bandiera “Lecce Vasconvolta”, i presenti a Bari, penultima tappa della tournee del Komandante, più in forma che mai, accompagnato da una band straordinaria, impeccabile, energica.

Ore e ore di attesa attorno e dentro lo stadio, con il cielo capace di graziare tutti dopo alcuni giorni di pioggia battente e temporali diffusi. Lo stadio, sabato e domenica, si riempie in un men che non si dica, e alle 21.15 si spengono le luci e inizia lo show.

Cosa succede in città fa da apertura: un brano anni ’80, ma più attuale che mai, rivisitato dal nuovo arrangiatore (e chitarrista) Vince Pastano, in chiave metal industrial. La carica è potente: Deviazioni e Blasco Rossi fanno tremare le tribune e la curva sud, prima della prima ballata d’opera E adesso che tocca e me. Struggente l’assolo finale che apre le porte a una delle ultime hit di Vasco, Come nelle favole, e qui i brividi son tanti. Una favola certamente la vive una coppia posizionata in Tribuna Numerata che cantando “io e te, come nelle favole…” si scambia la promessa di matrimonio, con tanto di palloncini bianchi che volano nel cielo, baci e abbracci. Romanticismo dell’era moderna.

Le carinerie si interrompono per un po’: torna il rock duro con Fegato spappolato, una sorta di inno della giovinezza di Vasco Rossi, concluso con un omaggio ai Metallica, con alcune note di Enter sandman.

Arriva, così, il primo medley ed è quello rock: Delusa / T’immagini / Mi piaci perché / Gioca con me / Stasera! / Sono ancora in coma / Rock’n’roll show. Pochi minuti per sette pezzi intramontabili. Vivere non è facile Sono innocente ma…tracciano l’autobiografia del KOM che chiude la prima parte del concerto con La fine del millennio.

L’interludio, aperto con la strumentale Ciao mette in luce le incredibili doti di Beatrice Antolini, nuova componente del gruppo capace di incantare tutti con la sua voce, la sua chitarra acustica, le tastiere, il sax e la batteria elettronica. Insomma, una polistrumentista coi fiocchi. Bella e brava.

Il palco, una sorta di cantiere fatto di luci a led, laser, fuoco e fiamme, si riaccende di colpo con C’è chi dice no, rivisitata con sonorità simil dance che fanno saltare, incazzare e urlare. Segue Gli spari sopra ed è l’inferno. Stupido hotel, Siamo Soli e Domenica lunatica danno una ulteriore strizzatina ai 50mila (a sera) del pubblico prima dei brivido de Il mondo che vorrei, brano ripescato a dieci anni dalla sua uscita, con un assolo finale del duo Stef Burns (chitarra) e Frank Nemola (tromba) che fa accapponare la pelle.

Si riprende a ballare con il secondo medley della serata, la versione dance, che propone Brava / L’uomo più semplice / Ti prendo e ti porto via / Dimentichiamoci questa città. E poi arriva uno dei momenti preferiti da Vasco (e non solo): parte Rewind e foto e video si sprecano. Ragazze prese in braccio, via le magliette, e qualcuna lancia pure il reggiseno, che il buon signor Rossi cura bene a non lasciare sulla passerella del palco.

Su Un mondo migliore Vasco incoraggia tutti: “siete voi il mondo migliore”, urla al suo popolo. Ci si rilassa per qualche minuto, il tempo di godersi il terzo e ultimo medley, stavolta in versione acustica, che propone Dillo alla Luna / L’una per te / E…, fino ad eseguire l’intramontabile Senza parole.

L’evento volge al termine: lo si capisce quando il buon Andrea Torresani, bassista, chiamato last minute a poche ore dall’inizio del tour a sostituire il convalescente Claudio ‘Gallo’ Gollinelli, intona l’inizio di Siamo solo noi, inno generazionale e canzone rock italiana del secolo. Il batterista Matt Laugh sferra colpi che arrivano fin allo stomaco dei 100mila e, dopo due ore e mezzo di live, si va in chiusura.

Alberto Rocchetti accenna a una Vita Spericolata urlata da tutti, prima di Albachiara, brano finale che regala una pioggia di coriandoli. Vasco Rossi ringrazia col cuore, saluta tutti, e da appuntamento “alla prossima”. E sì, perché mica finisce qui: giovedì 21 il tour si concluderà con l’ultima tappa di Messina, ma molti già sognano il prossimo appuntamento per l’estate 2019.

In tarda serata, infine, il messaggio del Blasco su Facebook: “Il San Nicola di Bari pieno di GIOIA è uno SPETTACOLO STRAORDINARIO !! Siete lo spettacolo dentro lo spettacolo !! Una due giorni indimenticabile Siete speciali e vivi! la Puglia è un po’ “come casa” ..!! vi abbraccio tutti”



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