Quando lo avevamo scritto, quattro mesi fa, che per Forza Italia non c’è possibilità di cambiamento, non solo eravamo consapevoli di avere ragione ma avevamo addirittura preconizzato lo scenario di guerriglia interna che sembrerebbe emergere oggi.
Berlusconi e Fitto sono ai ferri corti. Al deputato salentino non è riuscita la rivoluzione interna al partito, la sua prova di forza alle Europee non si è rivelata poi così efficace almeno non come Fitto sperava, anzi lo avrebbe ulteriormente messo in cattiva luce nelle segrete stanze di Forza Italia dove tutto si decide, secondo un consolidato copione vecchio di oltre 20 anni.
Chi pensava di dimostrare dall’alto di un plebiscitario esito elettorale che la politica del centrodestra in Italia era arrivata allo scambio binari di una svolta epocale adesso deve ricredersi e, secondo noi, fare anche qualcosa di più: prendere confidenza con l’idea che per Raffaele Fitto non c’è futuro nel partito di Berlusconi, dove il cavaliere, secondo indiscrezioni, vorrebbe impedire al suo ormai ex delfino perfino di rilasciare interviste.
Se è vero quello che viene riportato dalle cronache politiche di queste ore e cioè che il leader azzurro avrebbe accusato Fitto di danneggiare il partito e di contravvenire agli indirizzi della maggioranza, allora, non solo per l’ex presidente della Regione Puglia sarebbe un fatto mortificante, ma addirittura una critica inaccettabile. L’accusa poi, pubblicamente lanciata al suo riguardo, di essere “figlio di un vecchio democristiano” è disonorevole per chi l’ha pronunciata, mentre Fitto a questo punto dovrebbe trarne solo le conseguenze.
Avere rispetto di sé è talvolta più importante di una sontuosa carriera politica. La dignità potrebbe valere molto più di 300.000 inutili voti.