Carceri italiani, l’Osapp lancia l’allarme da ‘Borgo San Nicola’

Con una conferenza stampa svoltasi presso l’istituto penitenziario leccese il Presidente Nazionale del Sindacato di Polizia Penitenziaria illustra la delicata situazione che vive il personale nelle carceri. Necessaria un’immediata riforma del sistema.

“Sono anni che ribadiamo il bisogno di riformare il sistema e sono anni che i problemi restano e, addirittura, aumentano”.

Con toni duri il Segretario Nazionale dell’Organizzazione Sindacale degli Agenti di Polizia Penitenziaria, Pasquale Montesano, apre la conferenza stampa indetta oggi nella sede del super carcere di Lecce.

Alla base delle innumerevoli difficoltà scontate dal sistema vi sarebbe la scarsa volontà di riformare in maniera efficace l’amministrazione penitenziaria.

“La nostra battaglia – aggiunge Montesano, affiancato dal Segretario Provinciale Osapp,  Ruggero Damato – è quella di supportare ogni volontà di riforma del sistema penitenziario italiano per migliorare la sicurezza degli operatori di polizia che si trovano spesso ad operare in condizioni di precarietà e pericolo”.
56mila detenuti e strutture spesso inadeguate, sovraffollamento e agenti in carenza di organico sono le questioni che caratterizzano lo stato di agitazione, ormai continuativo, delle cosiddette guardie carcerarie.

Il Segretario Nazionale ha svolto oggi numerosi sopralluoghi e in particolare ha affrontato le delicate questioni degli istituti penitenziari di Taranto e Lecce, dopo aver già verificato la difficilissima situazione del carcere di Foggia.

Quello della Puglia è un vero e proprio caso nazionale che può essere affrontato e risolto solo con una forte e incisiva attività politica e di governo.

Tutto quello che l’amministrazione penitenziaria in Italia non ha ancora fatto è necessario che venga posto nelle prime posizioni dell’agenda affinché il personale di Polizia possa operare in condizioni di umanità e di sicurezza.

Le questioni esaminate oggi in sede di conferenza stampa a “Borgo San Nicola”, sono state sempre oggetto di lotta sindacale e confronto democratico da parte delle guardie carcerarie del territorio salentino, in prima linea per accelerare ogni possibile processo di riforma.



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