Buona notizia o ennesima complicazione?
Lungi dal voler esprimere pareri, sia chiaro. La vicenda dei due fucilieri del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani a largo delle coste del Kerala, mentre si trovavano in servizio antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie, si trascina dal 15 febbraio, di due anni fa! In tutto questo tempo le autorità di New Delhi non sono state in grado di formulare un capo d'accusa. Perché?
Passi che l’incidente tra la nave mercantile battente bandiera italiana e il peschereccio St. Anthony sia avvenuto in acque internazionali. Passi che, tra conferme, indiscrezioni e smentite, resta ancora alto il rischio che i due Marò vengano giudicati in base ad una legge che prevede la pena di morte. Passi che sul caso è spesso calato il silenzio salvo poi tornare, improvvisamente, alla ribalta quando la situazione ha iniziato ad assumere tinte drammatiche. Passi tutto ma ora, dopo (quasi) 730 giorni, non è forse giunto il momento, almeno, di fare un passo avanti, di uscire dall’impasse una volta per tutte?
Possibile che nessuno abbia capito che nella delicatissima questione, a maggior ragione dopo le lungaggini, è in gioco anche e soprattutto la credibilità nazionale? Perché il dubbio sorge spontaneo, indipendentemente da tutto, esattamente come accade nella vita di tutti i giorni quando ci si domanda, con un pizzico di nostalgia, «se solo avessimo fatto questo piuttosto che quest’altro…». Se solo…
Nel frattempo, però, dopo il 25esimo rinvio, l’ennesimo, cercare la via d’uscita sembra impossibile, almeno questo pensa l’opinione pubblica. Il bandolo della matassa va trovato, e in fretta anche! Intanto stamattina, alle 10.30 Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si sono recati, come ogni mercoledì, al commissariato di polizia di Chanakyapuri, non lontano dall’ambasciata italiana. È il giorno della firma, un obbligo da rispettate per chi è in libertà condizionata. Un’abitudine per i due militari, una formalità. Sarà l’ultimo mercoledì in vista dell’udienza/ultimatum fissata per il 10 febbraio? Forse. Le ultime indiscrezioni dall’India, infatti, parlano di un compromesso finalmente raggiunto: in poche parole, non sarà invocata la pena di morte, ma sarà comunque utilizzatala la legge antipirateria (Sua Act) che la prevede [ "se una persona causa la morte di un'altra, sarà punita con la morte"]. La certezza ancora non c'è e i dubbi sulla fattibilità tecnico-giuridica della soluzione sono molti.
Insomma, l’Italia, ancora una volta, si dimostra troppo debole nel contesto internazionale. Eppure i nostri militari sono sempre presenti e sempre in prima linea nei teatri di guerra in cui vengono chiamati per portare ordine, pace, e ricostruzione sociale. Nella partita doppia della vicenda è piena soltanto la colonna del dare, mentre quella dell’avere come dimostrano i casi di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è assolutamente bianca. Forse è il momento giusto per iniziare a scrivere qualcosa.
