Corteo antifascista, Perrone:«non è democrazia con fumogeni e passamontagna»

All’indomani del corteo antifascista che ha attraversato la città di Lecce, giunge il commento del sindaco, Paolo Perrone: ‘stiamo iniziando a contare i danni, così non è democrazia’

Va bene manifestare, o contromanifestare, in favore di un'ideologia, di un pensiero. E va bene anche esprimere il proprio dissenso, laddove sussista una motivazione logica, o anche politica. Il corteo antifascista che ieri ha attraversato alcuni tratti nevralgici del capoluogo salentino voleva protestare contro il raduno nazionale di CasaPound, organizzato a Lecce nei giorni 5, 6 e 7 Settembre; raduno che si è svolto in maniera tranquilla tra dibattiti politici, iniziative culturali e via dicendo (oggi è in programma l'ultima giornata). Ad ogni modo, la Polizia – schierata in tenuta antisommossa – temeva che potessero emergere tafferugli, tanto da presidiare costantemente ogni iniziativa ai soli fini preventivi.

Chi però non digerisce ancora alcuni episodi avvenuti durante questo corteo è proprio il sindaco della città di Lecce, Paolo Perrone:  “Bombe carta tra le famiglie a passeggio per lo shopping del sabato, atti di violenza e intimidazione all’indirizzo dei commercianti e delle forze dell’ordine, il centro storico devastato a colpi di spray e di scritte minacciose. O letteralmente ignobili, come quella “Marò assassini – Riportiamoli a casa a testa in giù”: un’espressione, un concetto, un sistema di valori che si commentano da soli. E che la dicono lunga sulla visione del mondo della “sinistra antifascista” che abbiamo visto sfilare a Lecce ieri".

Stando a quanto scritto dal primo cittadino attraverso una nota stampa pervenutaci in redazione, siamo solo nella fase iniziale della quantificazione dei danni. "E ho paura che ne conteremo per molto" – ha aggiunto. "Le assurdità concettuali sostanziate a colpi di spray verranno cancellate, purtroppo con i soldi che gli incolpevoli contribuenti leccesi ci consegnano per il funzionamento e il decoro della loro città".

Non usa mezzi termini, Perrone, per definire una "figuraccia"  di "questa sinistra cosiddetta antifascista e cosiddetta pacifista". Perché è democrazia dissentire da chi non la pensa come te; non è democrazia difendere il tuo punto di vista con i fumogeni e il passamontagna. Un concetto che anticipa due domane sostanziali da parte del sindaco: "Mi chiedo, di quale democrazia va cianciando chi coccola queste frange violente ed eversive che riaffermano con i fatti ciò che dicono di voler contrastare a parole, ovvero l’imposizione coatta di un pensiero e di un’ideologia? Quale prosopopea ideale, quale delirio di autocelebrazione e di autoassoluzione abita chi ha legittimato la volontà di distruzione vergognosa e non legittimabile che i leccesi hanno visto in azione ieri, nonostante la pretesa di rappresentare un sistema di valori ideali rispettabili?".

"Sarebbe quindi interessante e opportuno che oggi, dopo aver visto in azione questa “sinistra pacifista” e il suo corteoconclude Perronei paladini ideali di questa sinistra ci dicessero come giudicano l’indegno spettacolo andato in scena ieri per le strade della civilissima Lecce. Sarebbe interessante e opportuno che, su questo, i rappresentanti della sinistra cittadina dicessero la loro, ascoltando democraticamente i leccesi per sapere cosa pensino al riguardo. Facendo pubblicamente ammenda per aver consentito che il pomeriggio di follia avesse luogo. E chiarendo se sia questa la sinistra ideale di cui si ammantano e di cui, secondo loro, dovremmo andare tutti fieri”.



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