I capigruppo della Provincia si riuniscono a Palazzo dei Celestini per inviare un allarme all’opinione pubblica su quanto disposto dal Ddl Delrio. “Senza province saremo cittadini di serie B”.
Il disegno di legge a firma del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio, che prevede l’abolizione delle province come organi rappresentativi di primo livello, non ha certo trovato riscontro positivo in chi, nel corso di questi anni, ci ha fatto parte. Ma i capigruppo della provincia di Lecce, che questa mattina si sono riuniti nella sala consiliare di Palazzo dei celestini, ci tengono a sottolineare che l’allarme su quanto disposto dal disegno di legge non riguarda solo loro, ma i cittadini in primis.
“ Abbiamo concluso il nostro mandato e possiamo tornare tranquillamente a casa – ha spiegato il capogruppo Pdl- Forza Itali alla Provincia Biagio Ciardo -. Saranno i cittadini a subire il disservizio che arriverà quando tutte le competenze saranno trasferite alle regione. Lanciamo l’allarme all’opinione pubblica, perché ad essere penalizzati saranno i cittadini del Salento in modo particolare, perché periferici rispetto alla regione Puglia. Verranno espropriati della possibilità di eleggere i propri rappresentati”.
In accordo, il Senatore salentino Francesco Bruni che sottolinea l’incostituzionalità del disegno e ne fa una questione territoriale “rimpiangeremo questa capacità di rappresentare il terriorio – afferma – e, in più, saremo cittadini di serie B a causa della diversità di trattamento che avrà il nostro territorio rispetto a quello dell’area metropolitana di Bari. A dirlo, non sono io, ma grandi costituzionalisti, come il Professore Portaluri. Lascio a Roma i dibattiti politici, anche se noi abbiamo votato contro. A Lecce – prosegue- non avremo più un interlocutore. La Provincia è stata un’amministrazione importante che ha rappresentato i cittadini da Leuca a Squinzano, da Otranto a Gallipoli, senza problemi; a volte confrontandosi con la regione a volte confrontandosi con il comune capoluogo”.
Sulla stessa linea di Ciardo, il consigliere Giovanni Siciliano che rimarca l’identità territoriale, ma risponde a Bruni circa il voto di Forza Italia: “da un bel po’ in Italia non viviamo in regime di democrazia – spiega – perché vengono cancellate le Province, rappresentate da un consiglio provinciale, eletto dalla gente. Per quanto mi riguarda poi, Pd, Pdl, Forza Italia hanno tutte le loro responsabilità. D’altronde nel precedente governo Letta, Forza Italia – allora Pdl – ha sostenuto il progetto Del Rio, quando già era ministro. I riflessi sul territorio salentino saranno devastanti. Il baricentrismo già imperversante da parecchio, continuerà a fare da padrone e noi salentini, dopo tutto quello che è stato fatto dalla Provincia con il marchio Salento d’amare, passeremo in secondo piano”.
Sempre di incostituzionalità, ha parlato il consigliere di centro destra Renato Stabile che ha presentato sul tavolo dell’assise provinciale un documento da lui redatto, contenente le motivazioni della modalità scorretta con cui si è voluto attuare questa legge. “Si porrebbe in contrasto con i principi di costituzionalità della sovranità popolare” al primo posto.
“Le conseguenze – interviene Gabriele Caputo – si riverseranno sui cittadini, con l’assenza di servizi puntuali come fino a questo momento si è tentato di fare. Anche se l’atteggiamento degli ultimi governi ha di fatto creato carenza di deleghe e risorse portando l’immaginario collettivo a pensare che le Province da rango costituzionale, fossero diventate enti inutili. Ma questa è stata una forzatura. Se pur condivisibile un ridimensionamento dei livelli costituzionali in Italia, è sbagliato il metodo utilizzato. Si doveva partire diversamente. Si doveva fare una riforma costituzionale organica, partire tutti insieme. L’occasione è andata perduta perché si poteva far coincidere la data elettorale delle regioni con quella delle province nel 2015 e far partire la riforma organicamente. Per esempio con quella previsione delle 36 macroaree sulla quale molto ci si è dilungati e che forse potrebbe diventare la vera soluzione”.
«Finalmente hanno compreso tutti, quello che diciamo da anni che con la riforma che svuota le province e crea le città metropolitane il Salento rischia di passare dalla padella alla brace. Con Bari città metropolitana avremo cittadini di serie A e cittadini di serie B e il Bari-centrismo soffocherà definitivamente le aspirazioni del Salento e decreterà la sua morte». Sono queste le parole di Paolo Pagliaro, Presidente Movimento Regione Salento.
«Noi invece dobbiamo fare del Salento una Regione. Non è impossibile, pensiamo infatti al Molise, che nel 1963 divenne Regione per volontà di tutti i suoi rappresentanti istituzionali. Siamo nel momento cruciale, finalmente si sta realizzando una riforma costituzionale. Tutti i partiti politici di ogni ordine, grado e colore – prosegue Pagliaro- facciano squadra per il bene del Salento. Abbiamo raccolto tutte le dichiarazioni in questi anni della stragrande maggioranza degli esponenti politici favorevoli alla costituzione della Regione Salento. Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. I parlamentari salentini, in maniera bipartisan, presentino un emendamento che preveda la costituzione della Regione Salento. E' arrivato il momento di pensare alla nostra gente, alla nostra comunità, di pensare al nostro Salento, di pensare al futuro dei nostri figli. Non ci sono più alibi».
