Dissesto finanziario, i dirigenti provinciali fanno chiarezza

Il dirigente dei servizi finanziari della provincia di Lecce, Pantaleo Isceri e il direttore generale Gianni Refolo, hanno tenuto questa mattina un incontro con i giornalisti presso l’ufficio ragioneria e servizi finanziari di Palazzo dei Celestini.

Fornire notizie chiare e precise sulla situazione finanziaria in cui versa la Provincia di Lecce, chiarire, attraverso sette tematiche tecniche, i motivi per cui la Legge Delrio, ma soprattutto la Legge di Stabilità, abbiano messo in ginocchio il bilancio dell’ente provinciale. Sono questi i motivi per cui il dirigente dei servizi finanziari della provincia di Lecce, Pantaleo Isceri e il direttore generale Gianni Refolo, hanno tenuto questa mattina un incontro con i giornalisti presso l’ufficio ragioneria e servizi finanziari di Palazzo dei Celestini.

“Siamo qui – dichiara il direttore Refolo – per porre particolare attenzione su quello che sta accadendo ai nostri servizi finanziari, piccole informazioni tecniche che lasciano fuori le scelte di natura politica-amministrativa. Dopo il riordino delle Province, deciso dalla legge Delrio, il nuovo ente che sta nascendo dalle ceneri della vecchia Provincia, ha avuto difficoltà nello stare dietro ad una burocrazia che va ad una doppia velocità, una completamente diversa rispetto all’altra: quella amministrativa che segue il suo iter e continua incessante nel cambiamento radicale e la parte tecnica-finanziaria, che non  riesce ad adeguarsi e a stare al passo con la prima perché non ci sono le risorse adatte per farlo. I maggiori problemi li stiamo riscontrando, come si sente ogni giorno dall’attenzione mediatica posta sull’argomento e dalle critiche che arrivano da altre parti politiche e dai dipendenti, a garantire i vecchi standard, sia nel pagamento degli stipendi al personale diretto ed indiretto gestito dalla Provincia, sia nel garantire la qualità dei servizi ai cittadini”.

Isceri ricorda come: “Si è in piena tempesta perfetta, tra difficoltà nell’erogare servizi e impossibilità di pagare gli stipendi dei lavoratori dipendenti, e questo contribuisce a rendere critica la situazione economica e scatena le tensioni sociali in cui vertono tutte, e non solo quella di Lecce, le Province italiane”. Lo stesso dirigente, poi, ha analizzato i motivi che hanno portato alla crisi e, nella sua analisi, ha spiegato come, nell’ultimo quinquennio, la Provincia di Lecce abbia perso complessivamente più di 72 milioni di euro, nonostante si sia scesi nella spesa corrente (per fare fede ai tagli) dai circa 75 milioni del 2008 ai circa 60 del 2014. E, così, nel contesto di un panorama nazionale che nel 2014 ha visto due Province andare in dissesto, sette in predisse sto e 34 che non hanno rispettato il patto do Stabilità, Lecce ha mantenuto (fino al 2014) invariato il livello di servizi ed occupazione e ha rispettato gli equilibri di bilancio. A fine dicembre, però, la Legge di Stabilità ha tagliato oltre un milione di euro alle Province e ha messo in ginocchio l’ente che già era stato messo in seria difficoltà dai tagli previsti dalla Delrio”.

Pantaleo Isceri è successivamente entrato nel merito della vicenda e ha chiarito le sette questioni tecniche che possono far capire meglio la situazione finanziaria. “Prima di tutto – spiega Isceri – non è vero che solo in Provincia di Lecce si verificano questi disagi, ma sono molte (quasi tutte, tra cui si fa l’esempio di Lucca, Arezzo, Palermo, Pisa, Brindisi, L’Aquila, Modena, L’Aquila, Verona, Firenze, Foggia) le Province che stanno facendo fronte al dissesto e alle proteste dei dipendenti. Questa è una crisi di sistema e non dobbiamo pensare che le risposte possano arrivare dalle singole province. Il secondo e terzo chiarimento, che mi sembra doveroso fare, sta nello smentire le voci che parlano di fantomatici 30 milioni che la Provincia ha a disposizione e nel ribadire che non sono stati effettuati storni. Su totale costi (tra fissi, non fissi e diversi) di circa 89 milioni, le entrate correnti del 2015 sono circa di 67 milioni, quindi le entrate non coprono nemmeno i costi fissi e, considerando tutti i costi, si ha uno squilibrio di 21 milioni, situazione di crisi assoluta ammessa anche dalla Regione Puglia”.

Non è finita di certo qui. Il dirigente continua a snocciolare i dati che portano alla grave situazione attuale della Provincia leccese e cerca di smentire ancora chi contesta l’operato dell’ente. “Il quarto chiarimento che vorrei fare sta nello smentire chi parla della possibilità di risparmiare oltre 6 milioni. Risparmi che sarebbero costituiti da: 3,5 milioni recuperati dagli impianti sportivi; 1,9 da ricontrattazione dei mutui e altri svariati milioni da recupero di Tefa (soldi che i Comuni dovrebbero versare alla Provincia per la nettezza urbana). Dai risparmi segnalati, però, nemmeno un euro contribuisce a ripianare il disavanzo 2015 perché non sono di competenza dell’anno 2015. Punto numero cinque. Si dice che la provincia troverebbe le risorse tra le pieghe del bilancio, tipo le spese per la manutenzione degli ascensori nelle scuole. Per poter consentire alle scuole di organizzarsi è stata prorogata la manutenzione, scadente il 31 marzo, sino al mese di aprile per un costo di 5mila euro. Non c’è stata nessuna marcia indietro e nessuna risorsa nascosta tra le pieghe del bilancio.

Il dirigente Isceri, infine, analizza gli ultimi due punti: “Si è parlato, poi, dei 3 milioni di Btp che aiuterebbero lo squilibrio, ma la vendita di questi ultimi, in realtà, serve solo per diminuire gli interessi passivi e dare respiro alla cassa e non aiuta di un euro lo squilibrio. Il settimo e ultimo chiarimento che voglio fare riguarda i ritardi che, secondo alcuni, siano stati commessi dall’ente nel mettersi in regola con questo panorama. Noi ci siamo messi in regola dal punto di vista regolamentare, ma dal punto di vista finanziario all’inizio speravamo nello spostamento di rate e mutui o in una legge regionale che servisse a delineare le competenze. Si sperava in un’attenzione maggiore da parte del Governo centrale, un’apertura che ancora non è arrivata”.



In questo articolo: