Durante il dibattito sulla fiducia spuntano i «pizzini» tra Renzi e Di Maio

Scambio di messaggini tra Matteo Renzi e un deputato del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.

Durante la votazione sulla fiducia al Governo Renzi alla Camera in tanti hanno notato lo scambio di messaggi scritti tra lo stesso premier e un deputato del M5s, Luigi Di Maio. Un botta-risposta che l'esponente grillino ha poi pubblicato su Facebook

Se c’è una cosa che Matteo Renzi sa fare bene è far parlare di sé. Giudizi politici a parte è innegabile. Da quando ha smesso i panni di “semplice” Sindaco di Firenze per vestire quelli di Segretario del Partito Democratico prima e Premier poi, qualunque cosa sia uscita dalla sua bocca è diventata un caso, quasi una moda, uno stile di comunicazione unico da riutilizzare anche fuori dall’arena politica. Dagli slogan elettorali a quel #enricostaisereno è stato un crescendo. E quando pensi di aver raggiunto il culmine ecco che ti stupisce ancora, e ancora… Chi avrebbe mai immaginato, infatti, un Presidente del Consiglio che twitta un lapidario #arrivoarrivo, mentre è a colloquio con il capo dello Stato, oltretutto nell'incontro più delicato della sua vita politica? Nessuno. E chi si sarebbe mai aspettato che iniziasse il suo discorso al Senato per chiedere la fiducia citando Gigliola Cinquetti? Sempre nessuno. Senza contare poi i 68 minuti di fila fatti tutti a braccio, in cui ha alternato battute, allusioni, sorrisetti con uno stile informale che poche volte si è visto tra i banchi di Palazzo Madama. Telefona come papa Francesco, cita Renzo Piano e la Disney con la stessa serietà e disinvoltura. Parla, Parla, Parla ininterrottamente… Ha convinto o forse no, tante chiacchiere, pochi fatti ai posteri l’ardua sentenza. Ma se Matteo Renzi in questi giorni ha fatto il Matteo Renzi allora perché stupirsi dei messaggi scambiati durante il voto di fiducia alla Camera con Luigi Di Maio, esponente del M5S? Pizzini che sono subito finiti su facebook.  Perché quello dei messaggi "segreti", ha spiegato il deputato pentastellato, non è metodo che appartiene al M5S: "noi agiamo veramente alla luce del sole, perché non abbiamo nessun altro interesse da difendere se non quello dei cittadini".

«Scusa l’ingenuità, caro Luigi. Ma voi fate sempre così?», scrive per primo il premier su carta intestata. «Io mi nero fatto l’idea che su alcuni temi potessimo davvero confrontarci, ma è così oggi per esigenze di comunicazione o è sempre così ed è impossibile confrontarsi? Giusto per capire, sul serio, senza alcuna polemica». La  risposta del deputato grillino non si è fatta attendere: il vicepresidente lo richiama a un comportamento corretto: «1) Guida al regolamento: i banchi del governo devono essere liberi da deputati quando qualcuno parla in Aula. Il governo è tenuto ad ascoltare i deputati. La Boldrini doveva richiamare la Polverini. Non lo ha fatto", si legge nel secondo biglietto pubblicato dallo stesso Di Maio su Facebook, "2)Forse non è chiaro che in un anno abbiamo visto di tutto. Abbiamo visto la tua maggioranza votare in 10 mesi: 2,5 miliardi di euro di condono alle slot machine; 7,5 miliardi di euro alle banche; 50 miliardi di euro per gli F-35". E chiosa: "Cosa ti aspettavi, gli applausi?"».
Renzi non ci sta e rilancia: «Capisco. Se vedi occasioni reali di dialogo nell’interesse dei cittadini (…) fammi sapere». Il botta e risposta continua fino a quando Di Maio conclude «Però ora basta con questi biglietti berlusconiani. Ci vediamo alla prova dei voti, in Aula, davanti al Paese intero»



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