Qualsiasi cosa si dica sulla Xylella fastidiosa, il batterio killer tristemente noto in America, dove in passato ha distrutto le coltivazioni della California. che attaccando silenziosamente i preziosi alberi di ulivo ha letteralmente messo in ginocchio l’agricoltura salentina, è ormai cosa risaputa. La moria delle piante simbolo del nostro territorio, unica fonte di sostentamento per numerosi olivicoltori, è un problema che forse, anzi probabilmente, all’inizio è stato ‘sottovalutato’. Solo quando il numero degli alberi ormai essiccati è cresciuto in maniera spaventosa finalmente i riflettori si sono accesi: gli ulivi, autentici monumenti naturali che si snodano sulla terra rossa, sono malati: questo è un dato di fatto. L'area più colpita è la fascia ionica: anche questo è noto.
Purtroppo, però, l’attenzione che viene riservata alla vicenda da sola non basta. È giunto il momento di mettere in campo tutte quelle misure necessarie per salvare la produzione di olio, ma anche per difendere «un paesaggio rurale unico». Insomma, soluzioni reali e non soltanto ‘paventate’ che riescano concretamente ad arginare il problema e soprattutto che aiutino chi ha perso già molto. Rimedi che scongiurino, una volta per tutte, l’eradicazione delle piante e soprattutto impediscano la diffusione del ‘virus’, senza isolare il Salento.
Oggi l’emergenza Xylella è stata al centro di un incontro che si è tenuto nella sala conferenze della Provincia di Lecce, in via Botti. Un incontro fortemente voluto per cercare di coniugare le indicazioni fornite dal decreto ministeriale, siglato il 26 settembre scorso, che fissa in sette punti la lotta al batterio killer degli ulivi del Salento, con le esigenze degli olivicoltori e dei territori. Al termine del vertice una cosa è stata chiara a tutti: è importante agire, ma importante ancor più è fondamentale agire in fretta.
Al termine del vertice sono in tanti a sottolineare che occorre trovare dei rimedi il prima possibile partendo dall’assunto che finora poco è stato fatto. Luigi Mazzei, consigliere regionale di Forza Italia, nel ribadire con forza che oggi più che mai è fondamentale nominare un Commissario straordinario che affronti con celerità gli interventi improrogabili e improcrastinabili, conferma quanto sostenuto da tempo «non si può accumulare ritardo su ritardo perché, a causa della inoperosità della Regione Puglia, siamo passati da 8 mila ettari infetti agli attuali 23 mila. Si pensi – prosegue Mazzei – a quanti vettori sono partiti dalle aree infette verso destinazioni sconosciute mentre la Regione era del tutto inerme. Del resto, lo stato di calamità è stato dichiarato solo ora e non ad ottobre 2013. Insomma, un anno di ritardo che ha fatto perdere risorse ed efficacia ad ogni intervento. Nessun aiuto economico è giunto agli olivicoltori e ai florovivaisti ed il settore sembra ormai in ginocchio. Che Nardoni oggi ci metta la faccia appare una beffa ulteriore, un monumento all'inazione di Vendola. E ciò che preoccupa ancor di più è che non si è ancora usciti dallo stato d’emergenza».
Ma anche Fabio Ingrosso, presidente Copagri non è del tutto soddisfatto dell’esito della riunione «Ci saremmo aspettati, da parte della Regione Puglia, delle proposte concrete, delle risposte reali da dare ai nostri agricoltori che chiedono come agire, come sostenere le spese per gli eventuali trattamenti o come rimuovere le piante ormai morte. Ci aspettavamo, appunto…perché di soluzioni non ne abbiamo ascoltata nemmeno una, né un piano strategico sul futuro, né su come utilizzare le risorse dei PSR (il Piano di Sviluppo Rurale) per creare investimenti».
«Ci troviamo ancora una volta – conclude Ingosso- di fronte a discussioni che richiedono tempo per essere attuate. Gli insetti non aspettano che vengano trovate soluzioni possibili a lungo termine, bisogna agire subito per cercare di tamponare il fenomeno e dare il tempo alla ricerca per trovare rimedi meno invasivi per l’uomo e per l’ambiente. L’urgenza è fondamentale se non vogliamo che il Salento si trasformi in un cimitero di piante, ma la cosa peggiore sarà che la Comunità Europea applicherà delle sanzioni per questo nostro non agire, per questo nostro non aver il coraggio di agire che ridurranno i finanziamenti alla nostra regione».
