Altro che Forza Italia, di forte il partito di Berlusconi non ha più niente. Negli ultimi mesi gli errori commessi a ripetizione dalla dirigenza del partito azzurro hanno dissolto anche le ultimissime atmosfere romantiche che il partito della nuova destra italiana sembrava trattenere.
Oggi, mentre salta anche l’ultimo bottone di credibilità che stringeva il doppiopetto del movimento berlusconiano, il Centrodestra deve ritrovarsi alla stazione successiva. Sembra tutto finto, invece è tutto vero. Alle critiche di Raffaele Fitto, ostinate e ripetute, il capo ha risposto con i toni e le modalità di sempre.
Ma la repressione, a partire dalla Puglia, non solo non servirà a riportare dritta la barra del timone, ma gonfierà maggiormente le vele fino a spezzarle provocando un naufragio elettorale senza precedenti.
I sondaggi non scherzano e danno Forza Italia ai minimi storici, anche in quelle regioni dove per tradizione aveva mantenuto una certa dignità. Anche in Puglia quindi, palcoscenico di fittiana sceneggiatura, anzi proprio qui si gioca la partita più aspra.
Berlusconi, stanco e avvilito dal martellante predicozzo di Fitto e del suo seguito di parlamentari scontenti ha reagito con la censura nominando Luigi Vitali commissario regionale nella regione di Fitto. Non uno a caso, ma uno preciso che risponde all’identikit dell’anti Fitto, uno dei pochi che in Puglia non ha mai risposto ai comandi del leader magliese.
Ma Gino il censore, raffinato avvocato e politico di lungo corso, è uno di quei graduati promossi sul campo e che come George Custer arrivò troppo rapidamente a vestire l’uniforme di generale. Un generale senza esercito, circondato da agguerriti nemici in cerca di scalpi, che rispondono solo al loro leader: Raffaele Fitto, proprio lui, quello che durante lo spoglio delle Elezioni Europee aveva sognato di diventare il successore di Berlusconi. E che ci sarebbe anche riuscito se al posto di Berlusconi ci fosse stato un altro, uno normale per il quale il tempo passa come per tutti o per il quale la stanza dei bottoni non è una delle stanze più riservate della propria abitazione. Ma Forza Italia è casa di Berlusconi e in quella casa tra Silvio, la sua giovanissima fidanzata e il cagnolino Dudù sono già in troppi a comandare.
Per questo il sogno di Fitto non si avvererà mai, mentre la battaglia di Gino il censore è destinata a passare alla storia come la Little Big Horn della Puglia. Morale della favola… con i numeri di Forza Italia si potrà giocare la schedina… Vitali sarà inghiottito dal crollo disastroso… Fitto dovrà fuoriuscire una volta per tutte… e Berlusconi imparerà a proprie spese che voler avere sempre e a tutti i costi ragione è divertente, fino a quando non arriverà il giorno in cui non lo sarà mai più.