‘Lecce è in condizioni di pre-dissesto, navighiamo in acque pericolose’ così Salvemini presenta il bilancio di previsione

Sindaco e vicesindaco, con i dirigenti dei settori comunali, hanno presentato alla stampa il bilancio di previsione 2018-2020. Il responso a fine mese.

Passata la buriana delle elezioni politiche che hanno temporaneamente spostato l’attenzione dei leccesi sullo scenario politico nazionale, si torna a concentrarsi sulle “questioni di casa”. Questioni alquanto urgenti, possiamo dire, visto che avevamo lasciato il Comune di Lecce nella tempesta scatenata dalla sentenza del Consiglio di Stato che non riconosce in capo al sindaco Carlo Salvemini la maggioranza di governo.

Il primo cittadino leccese ha tirato dritto “continuo a governare la città in base alle linee programmatiche che abbiamo stilato”, ha detto. Dall’altra ha tenuto banco la questione delle dimissioni dei consiglieri di centrodestra – ormai espressione della maggioranza – dimissioni inneggiate ma mai applicate tanto da provocare non pochi rumors e la conferenza stampa del consigliere Gaetano Messuti, desideroso di far conoscere il suo – e soltanto il suo- punto di vista.

Oggi si parla del primo banco di prova per la Giunta Salvemini, dopo i tumulti dei giorni scorsi. Oggi si parla di bilancio di previsione e il sindaco, accompagnato dal suo vice Alessandro Delli Noci, e dai dirigenti di settore, ha voluto parlare davanti a microfoni e telecamere.

Ecco, il bilancio di previsione, quel documento contabile importantissimo per garantire la sopravvivenza politico-amministrativa di un governo, ma non solo. Lo sappiamo, l’iter di approvazione del bilancio preventivo inizia con la redazione di proposte tecnico-amministrative da parte della Tesoreria comunale. Queste rappresentano il punto di partenza per la redazione della proposta di bilancio di previsione da parte della Giunta che poi la sottopone al Consiglio. I valori inseriti nel rapporto non sono reali ma cifre stimate che, nell’intenzione di chi le ha redatte, guardano al raggiungimento di obiettivi prefissati. E qui il governo locale si gioca molto, tutto.

Il banco di prova

“Siamo alla vigilia della verifica definitiva sulla possibilità di siglare pubblicamente, in aula, davanti alla città un Patto di governo per Lecce fino al 2022 dopo la sentenza del Consiglio di Stato – ha dichiarato Carlo Salvemini – chi vuole farlo ha la possibilità di votare il bilancio, eventualmente emendato, perché si riconosce nel suo impianto complessivo. In questo caso questa Amministrazione avrà i numeri per proseguire nella sua azione. Se invece i voti contrari dovessero essere la maggioranza – o se il bilancio venisse approvato con il solo sostegno dei consiglieri eletti nelle liste Salvemini-Delli Noci – finiremmo qui: per scioglimento automatico o per le mie dimissioni che, si badi, saranno irrevocabili. Non siamo chiamati alla sopravvivenza, ma a un atto di responsabilità”.

Una situazione economico-finanziaria difficile

Mette le cose in chiaro il sindaco, e mette anche le mani avanti prima di presentare il bilancio di previsione 2018-2010. “Siamo costretti a precisare le condizioni economico finanziarie dell’Ente come le abbiamo ricevute e questi sono dati oggettivi, non contestabili e verificabili”. Una mera constatazione, insomma, di una situazione di “predissesto” come è stata definita in conferenza stampa e come si profila in base ai numeri esposti ai giornalisti e a tutti gli intervenuti all’incontro.

Un ricorso sistematico all’anticipazione di tesoreria per 365 giorni, con annessa mancata restituzione a fine anno; tempi di pagamento delle fatture ben oltre il limite di 30 giorni consentito dalla legge, bassissima capacità di riscossione dei residui attivi, ovvero dei crediti iscritti in bilancio ma non monetizzabili.

Una situazione disastrosa, insomma, quella presentata da Salvemini, molto simile – dobbiamo dirlo – a quella che già da consigliere l’odierno primo cittadino ha avuto modo di illustrare in passato.

Non fa nomi Carlo Salvemini, non fa i nomi di coloro che reputa gli autori di un simile disastro, si limita a delineare una delicata politica di bilancio “nonostante il Comune dal 2011 ad oggi abbia fatto ricorso ad operazioni straordinarie di riequilibrio non ripetibili dei conti per 102 milioni di euro”.

Manovre straordinarie di riequilibrio

L’amministrazione Salvemini ha dovuto pertanto sostenere una manovra di riequilibrio del bilancio per circa 5 milioni di euro, con connessa approvazione di debiti fuori bilancio per complessivi 2.650.000 euro e istituzione di un fondo rischi. Il tutto reso strettamente necessario per varie cause che portano il nome di parcelle ad avvocati esterne mai evase, sentenze sfavorevoli a Palazzo Carafa, perdite della Lupiae servizi, oneri di funzionamento del filobus. E poi “perché le disgrazie non vengono mai sole” – nicchia Salvemini – si sono aggiunte ulteriori criticità tra rimborsi Tari ai contribuenti e riclassamento immobili.

“Il pre-dissesto – dichiara Salvemini – comporta una sorta di navigazione politica amministrativa con pilota automatico che comprime ulteriormente le scelte di governo, azzerandole, con conseguenze pesanti per cittadini e dipendenti”. “Preferiamo mantenere saldo il timone e affrontare la tempesta perfetta che ci costringe ad una navigazione pericolosa, convinti di uscirne con prudenza, oculatezza, responsabilità”.

Le misure di intervento

Ma come si può uscire dall’impasse? Con l’aggiornamento della Tari innanzitutto. Sì, cari leccesi, nel bilancio trasparente a firma Salvemini vi è un aumento complessivo della spesa sostenuta per il servizio di RSU da 24 a 28,5 milioni. Fanno da contraltare la TARI sociale ovvero l’esenzione per coloro che hanno un ISEE fino a 6mila euro o che godono di sostegno dei servizi sociali del Comune, la riduzione della tassa per le utenze domestiche che utilizzano le compostiere, la riduzione della tariffa per B&B.

Il nodo opere pubbliche

Da palazzo Carafa sarebbe pronto il piano investimenti per opere cantierizzabili quali la manutenzione straordinaria di strade e marciapiedi, la messa in sicurezza del sottopasso di viale Leopardi, l’abbattimento di barriere architettoniche quali quelle, ad esempio, che ancora esistono nell’Anfiteatro romano, la demolizione di palazzine in via Sozy Carafa nel quartiere San Pio, la realizzazione di passaggi pedonali sopraelevati, la tanto attesa rotatoria tra viale Gallipoli e viale degli Studenti (se mai i leccesi saranno in grado di rispettare le regole del Codice della strada), e la rotatoria in via Cremona.

Le marine, ci chiediamo “Sono una delle nostre priorità e lo dimostra il piano di riqualificazione che parte dall’accordo con la Regione” dichiara il sindaco.

Un bilancio innovativo, l’hanno definito all’unisono Carlo Salvemini e Alessandro Delli Noci , per le scelte strategiche legate alla leva fiscale e per le iniziative a sostegno del turismo come l’utilizzazione dell’imposta di soggiorno a favore del settore. Un bilancio che vuole essere anche solidale, nella previsione di 15 milioni di euro da splamare su infanzia, disabilità, anziani, soggetti fragili, famiglia, casa, servizi socio sanitari.

Non facciamo politica populista – ha sottolineato il vice sindaco – non rispondiamo alle provocazioni, non abbiamo tempo da perdere perché la città ha bisogno di un intervento tempestivo”.

Ora si attende la fine del mese in corso per avere il responso. Scoppieranno scintille in sede di Consiglio comunale con conseguente scioglimento del Consiglio o si penserà a garantire governabilità e tutti buoni al proprio posto?



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