Marò. Italia più vicina per Massimiliano Latorre, ma la stampa indiana non molla e getta nuove ombre sul caso

Il ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj ha dichiarato che se la Corte Suprema concederà l’autorizzazione al rientro in Italia di Massimiliano Latorre il governo non si opporrà. Intanto, sul quotidiano locale Hindustan Times spuntano nuovo fango sui due fucilieri.

Se non ci fosse in ballo il destino di due uomini, la vicenda dei due fucilieri del battaglione San Marco, trattenuti in India dal 15 febbraio del 2012 sarebbe una trama perfetta per un film di successo. Invece, quello che da quasi 31 mesi sono costretti a vivere Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è un incubo ad occhi aperti che si arricchisce di capitoli sempre nuovi senza arrivare mai ad una conclusione, figuriamoci ad un lieto fine. Il bandolo della matassa non è ancora stato trovato, non è stato formulato nemmeno un capo d’imputazione e, ad oggi, nessuno è in grado di dire cosa realmente sia successo quel pomeriggio a bordo della “Enrica Lexie”, la petroliera battente bandiera italiana, da cui partirono quei colpi di arma da fuoco che colpirono, uccidendoli, due pescatori locali.

Nel frattempo il braccio di ferro tra i due Paesi ha rischiato in più occasioni di assumere i contorni di una farsa: i rinvii non si contano nemmeno più, le soluzioni sembrano non portare mai al dunque, le speranze si affievoliscono, i silenzi calati sulla questione, a volte, sono stati quasi imbarazzanti.  Oggi un nuovo capitolo è stato scritto e ancora una volta dal paese degli elefanti arrivano notizie discordanti.
Se da un lato, la Corte Suprema Indiana ha esentato Massimiliano Latorre dall'obbligo di firma presso il commissariato di polizia per due settimane per le sue condizioni di salute, dall’altro lato i giudici hanno chiesto al Governo un parere sulla richiesta avanzata dai legali del fuciliere del battaglione San Marco perché torni immediatamente in Italia. Il team di difesa, in buona sostanza, chiedeva il rimpatrio di Latorre per  tre o quattro mesi, il tempo necessario per riprendersi dopo l'attacco ischemico transitorio che lo aveva colpito nei giorni scorsi. Dal canto suo, il ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj ha aperto uno spiraglio lasciando intendere che se la Corte Suprema concederà l'autorizzazione al rientro in Italia di Latorre per ragioni umanitarie il governo non si opporrà. Se la Corte aveva legato la decisione al parere del governo di Nuova Delhi, che è arrivato poco dopo vedremo cosa accadrà nell’udienza aggiornata al 12 settembre.

La gioia per buona notizia, però, è stata subito “annullata” dalle indiscrezioni apparse sull’Hindustan Times. Secondo il quotidiano indiano, i fucilieri di Marina coinvolti nell'incidente che il 15 febbraio 2012 provocò la morte di due pescatori al largo delle coste del Kerala «presumibilmente cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie ad inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare».

In altre parole, una fonte del ministero dell'Interno indiano che ha richiesto l'anonimato ha detto al giornale che «il capitano della Enrica Lexie generò un rapporto via e-mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St. Antony erano armat, ma gli investigatori indiani verificarono che tutti gli undici pescatori a bordo erano disarmati e che non c'erano armi sul peschereccio».

«Ma quando durante le sue indagini l'Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha interrogato il capitanodella Enrica Lexie – avrebbe detto questa fonte anonima- questi ha negato di essere stato testimone dell'incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto la e-mail sotto la pressione dei fucilieri di Marina accusati. L'obiettivo era quello di presentare i pescatori come pirati».