Governo giallo-rosso, il salentino Massimo Bray in pole position come Premier. Piace al Pd e ai grillini

Terminate le consultazioni dal Capo dello Stato ha preso il via il tavolo politico che, se non dovessero esserci sorprese dell’ultima ora, porterà alla nascita del governo tra il M5S e il Partito Democratico.

Salgono le quotazioni del salentino Massimo Bray quale Presidente del Consiglio del governo giallorosso che sta per prendere forma in queste ore.

Va dunque verso la risoluzione la crisi politica apertasi nei giorni scorsi con la rottura tra la Lega e i grillini.

Dopo le consultazioni di oggi dinanzi al Presidente della Repubblica è parso evidente che ci siano tutti i termini per costruire, in poco tempo, come ha preteso il Capo dello Stato al fine di evitare di lasciare senza guida il Paese, un esecutivo tra Partito Democratico e M5S.

L’accordo era nell’aria e molto improbabile sembra sia la possibilità di una ricucitura tra i due ex vicepremier o di un ritorno alle urne.

La soluzione che solo qualche settimana fa sembrava impossibile, quando Luigi Di Maio e Matteo Renzi si insultavano un giorno sì e l’altro pure, adesso appare essere diventata realtà.

Nelle prossime ore sarà attivato il tavolo politico per la costruzione di un programma di governo che punti alla fine della Legislatura. Mattarella stasera è stato chiarissimo: nessun ‘contratto’, nessun accordicchio, nessun inciucio. O si dà vita ad un governo politico duraturo oppure meglio le urne.

E così grillini e democratici, che di urne al momento preferiscono non parlare, hanno scelto la via del dialogo.

Tramontata l’ipotesi di un Conte-bis, vista la richiesta di discontinuità anche nei nomi fatta pervenire da Nicola Zingaretti, si cerca una figura che possa rispecchiare le sensibilità politiche dei due schieramenti.

Massimo Bray, dicono i ben informati, sarebbe la persona più adatta.

Bray è stato presidente della Fondazione della Notte della Taranta

Il direttore generale della Treccani, non è certo un volto nuovo della politica. Ha già ricoperto il ruolo di Ministro della Cultura durante il governo di Enrico Letta nel 2013, raccogliendo la stima e il consenso dei colleghi dell’esecutivo e di tanti cittadini.

Si pensi che proprio di Bray come Premier si parlava nel 2018 quando, dopo le elezioni del 4 marzo, Di Maio e Renzi si annusarono per la nascita del governo, prima che il senatore toscano sbattesse la porta in faccia al deputato campano nel corso della trasmissione di Fabio Fazio ‘Che tempo che fa‘ e desse il via alla nascita del governo giallo-verde.

Adesso le condizioni ci sarebbero tutte e tra tanta improvvisazione la figura di Massimo Bray farebbe tirare un sospiro di sollievo a molti.



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