Nel cuore di Fitto non c’è più la Puglia. Storia di una battaglia tutta nazionale

Nel pomeriggio Matteo Salvini, segretario del Carroccio sfilerà per Roma nella manifestazione contro il governo di Matteo Renzi. Raffaele Fitto è invece impegnato nel tour dei ricostruttori in Veneto. Tempi difficili per il centrodestra.

La geografia politica del centrodestra si è invertita e come il treno dei desideri di Adriano Celentano “all’incontrario va”. Mentre Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, scende dalla sua Padania a Roma per una manifestazione #renziacasa che potrebbe consacrarlo come nuovo leader della coalizione, il ribelle Raffaele Fitto risale lo stivale e si reca in Veneto per presentare la proposta politica dei ricostruttori nel giorno in cui fa ancora più fragore la sorte di due altri forzisti appartenenti alla sua corrente che come accaduto in Puglia sono stati epurati, depotenziati. È successo nel Piemonte dove i fittiani Ettore Puglisi eValter Zanetta, rispettivamente coordinatore cittadino di Torino e provinciale di Verbania sono stati commissariati.
 
Il viaggio dell’europarlamentare magliese nel nordest non è casuale poiché anche in Veneto come in Puglia, si vota per le prossime regionali di primavera ed anche lì come nel tacco dello stivale i problemi non mancano visto che l’uscente governatore Zaia viene contestato proprio dall’interno del partito nella persona del Sindaco di Verona, Flavio Tosi. Insomma, Fitto e Salvini non si incontreranno in questo weekend ma tanti sono i punti di contatto nella loro visione politica, visto che sono stati i più acerrimi nemici del Patto del Nazareno ed oggi, quindi, i più credibili contestatori di Matteo Renzi.
 
Proprio ieri in un’intervista a Lilli Gruber nella trasmissione 8 e mezzo su La7, il segretario dalla felpa verde è stato molto chiaro sulle future alleanze: «Se Forza Italia lavora per una coalizione in cui ci sia dentro anche l’NCD di Angelino Alfano, attuale Ministro dell’Interno del Governo Renzi non c’è spazio per nessun accordo con la Lega». Parole dolci, quindi, per Fitto che da una vita prova a spiegare ai suoi che andare dietro all’attuale premier significa perdere a mani basse.  
 
Certo, però, è anche vero che tante, troppe, sono le differenze persino antropologiche tra l’elettorato a cui si rivolge Salvini e quello a cui parla Fitto. Difficile su euro, immigrazione e politiche del territorio i punti di vista possano coincidere, con il rischio di dar vita quindi solo a coalizioni elettorali che poi non sono capaci di trasformarsi in alcun progetto politico.
 
Il dato fondamentale del tour di Fitto è chiaro: nella sua testa non c’è più la Puglia, la sua non è più una battaglia regionale. La posta in palio è ben più alta ed è quella della successione a Berlusconi. A beneficiarne del caos nella regione fittiana sarà Michele Emiliano, poiché diventa difficile capire come al netto del buon nome e dell’ottima reputazione di Francesco Schittulli la lista di Forza Italia a sostegno di quella candidatura potrà reggere alla cacciata dei consiglieri regionali al magliese.
 
Cos’è in Puglia Forza Italia senza Fitto? Forse il primo a chiederselo è proprio Luigi Vitali.



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