Non si placano le polemiche sulle motivazioni che hanno portato i commissari europei a preferire Matera, penalizzando Lecce, nelle vesti di Capitale Europea della Cultura nel 2019. Proprio stamattina, presso la sala giunta di Palazzo Carafa, il Sindaco Paolo Perrone aveva usato parole non proprio docili nei confronti di una parte dell’opposizione. A nemmeno un giorno dalla conferenza stampa, già cominciano ad arrivare le considerazioni da parte del panorama politico locale.
Per Antonio Lamosa, consigliere comunale e capogruppo di ‘Lecce Città del Mondo’, “è ora di finirla con questa stucchevole demagogia”. Una critica rivolta soprattutto al consigliere Udc Luigi Melica e Paolo Foresio, capogruppo PD al Comune di Lecce; ieri quest'ultimo aveva addirittura invitato il primo cittadino a chiedere scusa ai leccesi: “Cari colleghi Foresio e Melica, se vogliamo costruire la Lecce del futuro facciamolo insieme. Facciamo in modo che chi legge le nostre opinioni sappia valutarle e comprendere fino in fondo, senza scorciatoie e strumentalizzazioni di parte. Per il bene della nostra comunità. I cittadini hanno bisogno di capire quali sono le proposte concrete per uscire dalla crisi e quali interventi sono necessari per andare avanti. “Per questo – prosegue Lamosa – sarebbe auspicabile che in un momento come questo possa prevalere uno spirito di collaborazione affinché si possa disegnare assieme il futuro della nostra città, una città nella quale i rapporti possano essere più distesi e cordiali, nella quale i sacrifici possano essere condivisi da tutti e i privilegi siano destinati a scomparire”.
Loredana Capone, consigliere comunale PD, invece non comprende perché “di fronte al giudizio di una giuria internazionale, con professionisti mondiali del settore che si sono espressi in modo così chiaro e dettagliato, l’atteggiamento dell’amministrazione comunale sia quello di puntare il dito contro qualcuno invece che provare a riflettere seriamente su cosa non ha funzionato. Perché è evidente che qualcosa non ha funzionato se non è parso chiaro che cosa l’intera operazione avrebbe lasciato alla città. Non ha funzionato se le risorse previste sono state reputate incoerenti con i progetti in cantiere. Non ha funzionato se non si sono sapute offrire indicazioni rassicuranti sul resto della previsione d’investimento per il 2019”. “Non possiamo fare nulla per contrastare la caduta – conclude – ma possiamo imparare meglio l’arte di camminare, come suggerisce Papa Francesco”.
Torna sull’argomento anche lo stesso Paolo Foresio, prendendo in esame proprio le ultime dichiarazioni di Perrone: “Direi che stavolta ha superato davvero se stesso negando persino l’evidenza e gettando per l’ennesima volta la croce addosso a una parte dell’opposizione, rea di essere causa di tutti mali della città che da quindici anni governa lui. Prima di parlare di "viltà" e "sciacallaggio" di chi non avrebbe contribuito all'impresa e avrebbe mosso accuse solo dopo l'esito finale, mi sarei aspettato almeno l’onestà intellettuale di ricordare che per mesi ha chiesto – facendo quasi terrorismo psicologico – a tutti i consiglieri di minoranza un atteggiamento costruttivo e non critico nei confronti della sfida europea e noi lo abbiamo accontentato, dando dei suggerimenti – come, per esempio, per quanto mi riguarda, quello di coinvolgere di più la gente e di valorizzare esperienze internazionali come quelle di Koreja. Tutte idee che, però, sono cadute nel vuoto. Altro che‘abbiamo accettato l’amicizia di tutti’”.
Insomma, Foresio proprio non ci sta. Anzi, annuncia un provvedimento importante: “Io lunedì protocollerò la mia richiesta di consiglio comunale monotematico e continueremo questa discussione davanti alla città, perché uscirsene dicendo in soldoni “non è una sconfitta, è una non vittoria” significa mistificare i fatti”.