Poste italiane, lavoratori salentini in sciopero e la politica si mobilita

Teresa Bellanova e Salvatore Capone interrogano i Ministri del Lavoro e dell’Economia. L’appello è¨ unanime ‘Che le scelte aziendali non penalizzino i lavoratori’.

Il Consiglio dei ministri ha approvato nelle scorse ore i due Dpcm che danno il via alla privatizzazione delle Poste e dell'Enav. La notizia, così come si apprende dall’agenzia Ansa, viene direttamente da fonti di governo. La privatizzazione di una quota di Poste dovrebbe avvenire "con l'idea di destinare ai dipendenti della società una parte di queste azioni". La valutazione dell’Azienda varia tra i 10 e 12 miliardi e la privatizzazione del 40% varierà quindi "tra 4 e 4,8 miliardi".

Tant’è.  Che sia privatizzazione o meno i dipendenti sono in mobilitazione e, in particolare, nella giornata del 24 gennaio scorso i sindacati hanno proclamato un mese di sciopero delle prestazioni straordinarie che vedrà coinvolti tutti i lavoratori di Poste Italiane in provincia di Lecce, applicati nel recapito e alla sportelleria. Sul documento diffuso dalle OO.SS si legge che “da troppo tempo l’Azienda Poste Italiane, per sopperire alle proprie carenze di personale, ricorre quotidianamente alle prestazioni straordinarie. Questa situazione non penalizza soltanto i lavoratori, sottoposti anche nell’orario di lavoro normale a un eccessivo carico di lavoro, ma anche i cittadini, costretti a estenuanti file allo sportello e a ricevere la posta con enormi ritardi”. Pare poi, che l’organico della sportelleria e del recapito, da quanto si apprende, sia ridotto e in molti casi il personale è chiamato anche a sostituire i colleghi assenti per lunghi periodi. Il risultato è: lavoratori mobilitati continuamente da un ufficio all’altro della provincia, operatori costretti, come riporta il documento delle OO.SS “ad anticipare i soldi del carburante e il cui rimborso viene riconosciuto anche dopo quattro o cinque mesi. Convocazioni in direzione con orari non contrattuali e spesso pomeridiani e a volte senza neanche il riconoscimento del compenso straordinario, come nel caso dei Direttori d’ufficio. Nessuna tutela legale per i Direttori d’ufficio, anche se prevista contrattualmente, nei casi di contenzioso con la clientela o di interventi della magistratura per i ritardi con cui l’azienda fa arrivare i documenti nelle richieste di accertamenti titoli”.
Insomma, una situazione insostenibile che ha portato i deputati salentini del Pd, Salvatore Capone e Teresa Bellanova a interrogare i Ministri del Lavoro e dell’Economia.

“Il disagio denunciato dai lavoratori di Poste Italiane nel Salento, sfociato nell’iniziativa assunta dai sindacali provinciali territoriali di astensione per un mese dai turni di straordinario e dalle sostituzioni, va assolutamente raccolto – afferma Capone – E’ necessario che l’azienda, peraltro partecipata in modo totale dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e in questi giorni oggetto del provvedimento su una parziale privatizzazione, dia risposte chiare e nette ai lavoratori, e dica con chiarezza quali correttivi intende mettere in campo per garantire qualità del servizio e qualità del lavoro”. Così il deputato Pd annuncia l’interrogazione che sarà depositata lunedì mattina, dopo la decisione di Slc Cgil, UilPost, FailpCisla, ConfSalcom e UglCom di proclamare un mese di sciopero nel Salento, unico territorio in Italia.

“Quel che i sindacati denunciano – prosegue Salvatore Capone – quanto a qualità dei servizi di sportelleria e di recapito è d’altra parte facilmente verificabile. Se si sommano le lunghe code agli Sportelli, cui spesso sono sottoposti soprattutto anziani, e il ricorso, da parte dell’azienda, alle prestazioni straordinarie o ad appalti esterni per il recapito, si comprende immediatamente il clima di difficoltà in cui avviene il lavoro. Inoltre, le organizzazioni di rappresentanza denunciano la mancanza di tutele adeguate per i Direttori d’ufficio, gli appalti al ribasso, l’insufficiente pulizia nei locali. Un quadro su cui è necessario fare chiarezza immediatamente, e su cui sono necessarie risposte da parte del Ministero dell’Economia. Risposte ai lavoratori e ai cittadini”.

Teresa Bellanova, dal canto suo, sottolinea anche che ad aggravare la situazione “sembrerebbe esserci anche una questione igienico-ambientale a rischio”, tanto che nel documento dei sindacati si legge “in violazione delle Leggi in materia senza precedenti, figlia di appalti al ribasso, che non garantiscono spazi di lavorazione a norma, un’adeguata pulizia dei locali, l’areazione dell’aria e la sanificazione degli impianti di condizionamento”. La deputata democratica prosegue “più volte l’interrogante ha portato all’attenzione del ministero competente queste  problematiche evidentemente sottovalutate da parte di Poste Italiane. Gli stessi cittadini hanno palesemente portato all’attenzione delle Istituzioni i numerosi casi di disservizi verificatisi in provincia di Lecce che avrebbero imposto, evidentemente, una riorganizzazione più proficua a vantaggio degli utenti. Invece sembra essersi instaurato un meccanismo inverso che ha portato ad una razionalizzazione aziendale che, come sottolineato più volte, rischia di scaricarsi unicamente sui lavoratori, insieme ai malumori degli utenti”.



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