«Se volete consegnare la Puglia ad Emiliano, ditelo», è caos nella Lega dopo la candidatura di Altieri a governatore

Uno scontro al calor bianco quello che si sta verificando all’interno del Carroccio pugliese. La candidatura di Altieri è sembrata un attacco all’unità del centrodestra e un favore ad Emiliano

Che nella Lega convivessero anime non in grado di fare sintesi lo si era capito da tempi lontani e quindi ciò che sta accadendo in queste ore nel Carroccio pugliese non sorprende più di tanto. Era del tutto evidente che la questione dovesse scoppiare in occasione della posta in palio più alta, quella dell’individuazione del candidato governatore del centrodestra che si dovrà confrontare con l’uscente Michele Emiliano e con la pentastellata Antonella Laricchia. Quando? Probabilmente i prossimi 12 e 13 settembre.

Fratelli d’Italia già nell’inverno scorso rivendicava per il suo partito quella individuazione: ‘Tocca a noi’ aveva detto Giorgia Meloni che aveva scelto Raffaele Fitto come candidato di coalizione pretendendo la stessa lealtà dalla Lega che la destra aveva fornito in occasione di candidati governatori messi in pista dal carroccio.

‘Fitto non piace a qualcuno? Se lo dovrà fare piacere!’ aveva sbottato Ignazio La Russa, plenipotenziario di FdI, dinanzi ai mal di pancia di molti salviniani.

L’argomento ovviamente era tutt’altro che chiuso, poiché sono notori i rapporti difficili, per certi versi inconciliabili, tra Fitto e Roberto Marti che negli ultimi mesi aveva scalatato molte postazioni nella hit parade leghista tanto da diventare il braccio destro del commissario Luigi D’Eramo.

Fitto e Marti un tempo erano due facce della stessa medaglia del centrodestra salentino e pugliese. Ma l’allontanamento era stato velenoso. Quando nel 2017, temendo di non trovare spazi nel progetto fittiano ‘Noi con l’Italia’, Marti era passato nella Lega di Salvini, il politico magliese di lungo corso aveva sbottato con parole dure: ‘Insegue la poltrona’.

A dare il benvenuto a Marti ed Altieri nel Carroccio, cose strane della politica, era stato proprio Andrea Caroppo che li aveva anticipati di qualche mese: «Dopo la mia adesione, quella di Nuccio e Roberto al progetto nazionale di Salvini è l’ulteriore prova (ove ce ne fosse ancora bisogno) della validità del progetto politico della Lega e del suo ‘sfondamento’ al Sud, uno ‘sfondamento’ ormai nei fatti che vede nella Puglia la sua testa d’ariete».

Ma di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, evidentemente. La possibilità che Fitto possa essere candidato alla presidenza della Regione – per non parlare di una sua vittoria – viene vista da Altieri e Marti come un’evenienza da scongiurare. Non sono pochi così a sostenere che dietro una valutazione di inadeguatezza politica dell’europarlamentare ad affrontare Emiliano ci siano questioni personali che solo il pugno di ferro romano potrebbe far digerire. Ma da Roma nicchiano e così la Lega pugliese ha dato una bella accelerata.

Non poco hanno fatto discutere le dichiarazioni del direttivo che ha lanciato ufficialmente Altieri come candidato governatore di Puglia per il Carroccio: « Il centrodestra è maggioranza nell’elettorato Pugliese e come primo partito della coalizione, sentiamo la responsabilità di offrire idee e interpreti di questa nuova pagina politica. L’esecutivo regionale della Lega Puglia in maniera compatta, durante una riunione svoltasi alla presenza del vicesegretario federale Andrea Crippa, ha individuato in Nuccio Altieri il miglior candidato per interpretare questo nuovo progetto, sia per le sue esperienze di amministratore locale prima, come consigliere e poi Vice Presidente Provincia di Bari, ma anche per le competenze nazionali maturate come parlamentare e oggi manager di una importante società partecipata di Stato di prima fascia. Il modello amministrativo della Lega può essere per la Puglia la locomotiva di un nuovo sviluppo per la nostra regione e per questo, offriamo alla coalizione – con spirito costruttivo – la nostra proposta per cambiare, vincere e governare una nuova Puglia, con un centrodestra unito e la cui unità oggi deve essere un valore imprescindibile».

Ovviamente il comunicato è stato preso come fumo negli occhi dal direttivo regionale di Fratelli d’Italia che non si sarebbe aspettata quella che ritengono una fuga in avanti, scortese per giunta. Ma i problemi per la Lega non sono solo esterni, poichè dall’interno giungono non poche prese di distanza.

A non prendere bene la decisione del direttivo pugliese l’europarlamentare Andrea Caroppo, ex segretario regionale che aveva dovuto cedere il posto al Commissario Luigi D’Eramo, e molti, moltissimi leghisti della prima ora che non hanno mai legato con le new entry. Le chat di molti gruppi ribollono di commenti, molti dei quali non riportabili. Unico comune denominatore quello che, a detta di molti, sembra un piano per spaccare il centrodestra e consegnare la Puglia ad Emiliano. C’è chi addirittura si spinge oltre e parla di veri e propri inciuci tra l’attuale governatore e i plenipotenziari della Lega pugliese. Ma queste voci, si sa, circolano sempre quando si prendono scelte che destano molte perplessità.

Poche di perplessità su Nuccio Altieri le ha espresse in un duro comunicato proprio Andrea Caroppo, dicevamo, che ritiene la candidatura di Altieri sbagliata nelle forme e nella sostanza.

«Se la Lega davvero vuole scegliere un candidato presidente da proporre alla coalizione ed in grado di vincere, deve cambiare metodo e sceglierlo basandosi su criteri opposti a quelli richiamati nella nota stampa del commissario regionale. Un candidato vincente deve essere riconoscibile, autorevole, e deve avere reale radicamento territoriale e consenso personale, altrimenti – come ci ha ricordato Salvini nella sua ultima presenza in Puglia – deve essere espressione della società civile. Nel caso di Altieri mancano tutte queste caratteristiche. Se, invece, il gioco di qualcuno è quello di provare a favorire Emiliano spaccando il centrodestra con l’indicazione di una candidatura totalmente inadeguata, dobbiamo avere la forza ed il coraggio di denunciarlo pubblicamente perché non vogliamo essere complici».