Renzi ci ha messo la faccia. Il cuore anche. Ma adesso serve il cervello

Renzi e la formazione del suo nuovo governo: tanti i ministri giovani.

Manuale Cencelli o real politik? È questo il tema sul quale fa discutere la formazione il nuovo Governo Renzi.
Per alcuni una grande delusione, quasi che la montagna d’attesa avesse partorito il solito e classico topolino. Per altri una rivoluzione, una novità, quantomeno anagrafica.
Chi sbaglia? Nessuno dei due.
Non solo Renzi è il più giovane Presidente del Consiglio della storia repubblicana, ma nemmeno la sua squadra scherza. E poi 16 ministri consentiranno al fotografo ufficiale, nella giornata del giuramento, un’inquadratura più snella ed efficace.

Il più vecchio dei ministri ha 64 anni; nulla a che vedere con tante cariatidi che abbiamo visto negli anni precedenti. Certo, la freschezza, la bellezza e la gioventù di per sé non bastano. L’Italia fa parte di un consesso internazionale che obbliga i titolari dei dicasteri a sedersi a tavoli e riunioni complicati e difficili, su cui battere i pugni e far valere le proprie idee e i propri interessi è il minimo che si possa fare.
Riusciranno i “Renzie Boys” a farsi sentire dalle vecchie volpi con cui interloquiranno?

Questa è la speranza che tutti dobbiamo avere, ma dubitarne è più che legittimo. Matteo, come ha detto con l’energia che lo contraddistingue nella conferenza stampa di ieri, un minuto dopo aver sciolto la riserva e aver presentato la sua squadra, ci ha messo la faccia. E non abbiamo dubbi nel pensare che ci abbia messo e ci stia mettendo anche il cuore. Ma serve anche il cervello, la capacità e l’esperienza per analizzare le questioni e sapere offrire risposte adeguate ad una crisi che oltre a non avere precedenti, sembra soprattutto non avere fine.

I dati degli indicatori economici sono brutalmente evidenti. E basta passeggiare per le vie del centro delle nostre città e dei nostri paesi o fare un giro nelle aree industriali per capire che siamo di fronte ad una situazione drammatica.
Le ambizioni personali e politiche di ciascuno sono legittime, ma il tempo delle schermaglie, degli scherzi, delle parole inutili e di facciata è finito da un pezzo.
Dopo Renzi c’è soltanto la rassegnazione o la rivoluzione. E non è dato sapere quale di queste due strade sia la peggiore.



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