Tante le proposte avanzate dalle parti, sebbene restino ancora alcuni nodi da sciogliere, tipo l'alta percentuale dei costi del lavoro, tra i maggiori deterrenti della crescita economica. La strada che il Salento deve intraprendere per uscire dalla crisi riguarda le peculiarità del territorio.
Lo spauracchio della crisi economico-finanziaria avrebbe dovuto iniziare a scomparire ad inizio 2014, si diceva. Eppure – nonostante mobilitazioni, proteste e urla di dolore che tuttora avanzano in misura direttamente proporzionale all'impoverimento delle famiglie italiane (vessate da una tassazione insostenibile anche per quelle rientranti nella categoria del vecchio ceto medio) – dei buoni propositi iniziali, almeno oggi, rimane ben poco. Anzi, pochissimo. Il Salento, purtroppo, viene anch'esso coinvolto in questa terribile spirale recessiva che, giorno dopo giorno, sta inglobando un numero sempre più numeroso di lavoratori. O meglio, di non lavoratori; quelli che ormai il pane quotidiano devono scovarselo arrangiandosi come possono. Le aziende o chiudono, o delocalizzano la produzione all'estero, laddove il costo della manodopera non raggiunge le elevate spese imposte dalla legge italiana.
Dei temi scottanti, ma di cui bisogna parlarne, altrimenti nel “Tacco d'Italia”, gli abitanti verseranno ancora lacrime amare. Ed è stato proprio il tema del lavoro ad interessare, questa mattina, una gremita sala conferenze presso la sede del Partito Democratico di Lecce, in via Tasso. «Dobbiamo partire da un percorso nuovo tra il mondo del lavoro e dell’impresa all’interno del quale il PD dovrà mettere a disposizione le proprie competenze e gli strumenti idonei, poiché il Salento vive il dramma della crisi economica e le nuove vertenze che coinvolgono i territorio. Dobbiamo puntare sulla rivalutazione e l’innovazione del settore manifatturiero, agroalimentare e metalmeccanico mettendo sempre al centro del dibattito il tema del lavoro. Sarà nostra priorità mantenere sempre vivo e aperto il canale istituzionale tra politica e dibattito sociale». Esordisce così il segretario provinciale PD, Salvatore Piconese.
«Abbiamo deciso di convocare questo tavolo – dichiara invece Pierluigi Bianco, Componente Segreteria Provinciale PD Lecce delega a lavoro – perché vediamo sviluppo e lavoro come due facce della stessa medaglia. Questo deve essere il trampolino di lancio per la creazione di nuove politiche di sviluppo che portino alla creazione di nuovi posti di lavoro. La nostra riflessione parte dal report redatto dall’Osservatorio sul mercato del lavoro della Regione Puglia che mette insieme tre parametri fondamentali». Inps, cessazioni obbligatorie, dati Istat. Il dato più grave e più preoccupante riguarda i giovani, soprattutto quelli che non cercano più lavoro perché demoralizzati dai media e dalla situazione di crisi che verte in tutta la nazione. Fondamentale, dunque, che il JOBS ACT, sia al più presto sotto i riflettori della politica nazionale, la stabilità è sicuramente un presupposto fondamentale ma il lavoro, specie quello giovanile deve essere la prossima prerogativa che deve porsi questo governo. «È nostro intento – conclude Bianco – costruire un dipartimento che si possa occupare della politica del lavoro e dello sviluppo in modo fattivo, avviare un percorso di collaborazione con il mondo della ricerca pubblica e privata, dell’impresa, del lavoro e dell’Università, agenzia culturale che può rappresentare un serbatoio importante per lo sviluppo del territorio».
Piernicola Leone De Castris invece, presidente di Confindustria Lecce, analizza la situazione economica partendo dal principale elemento che attualmente blocca la crescita economica e, di conseguenza, facilita il proliferarsi della disoccupazione: i costi del lavoro.«Rappresentano una delle maggiori cause di fallimento delle aziende locali e nazionali. I rappresentanti politica e il mondo dell’impresa è necessario che dialoghino con le istituzioni politiche per creare nuovi orizzonti per il nostro territorio e per le nostre famiglie che in questo momentono vivono un momento profonda e durevole difficoltà. Quel che però deve essere alla base di tutto è la buona volontà da entrambe i lati».
Per Diego Lazzari, Direttore UPA Lecce, «la strada maestra deve essere quella del contratto di rete, che permetterebbe alle nostre imprese locali di mantenere la propria identità produttiva e di penetrare sempre in maniera più profonda all’interno di un mercato sempre più globale».«Manca nel nostro territorio una politica in grado di permettere opportunità lavorative al settore tessile e calzaturiero – sottolineato invece il presidente provinciale CIA Lecce, Vito Murrone – il dato più significativo è quello che riguarda certamente le 12.000 persone che in questo settore hanno perso il proprio impiego. Servono prospettive. La strada da seguire è quella che porta all’eccellenza e ai settori innovativi. Antonella Cazzato, Segretario Provinciale CGIL, individua un settore che potrebbe generare lavoro: «La filiera dei rifiuti, la bonifica del territorio e la sua salvaguardia sono sicuramente ambiti in cui potrebbero sorgere importanti opportunità di lavoro». Al Tavolo hanno partecipato anche Antonio Nicolì, segretario generale CISL Lecce – il quale ha sottolineato una grande disponibilità da parte dei protagonisti della politica negli ultimi tempi, ma pochi progetti concreti – e Salvatore Giannetto, Segretario di UIL Lecce. Quest'ultimo ha proposto l’apertura di un corso di laurea in Agraria presso l’Università del Salento, perché così «potremmo sviluppare e far crescere la nostra terra attraverso anche eccellenze intellettive tutte salentine».
Loredana Capone, vice-Presidente della Regione Puglia, ha individuato quattro punti programmatici sui cui porre l'attenzione e, assieme a questi, anche l'intercettazione dei fondi che riguardano i prossimi sei anni, quelli che vanno dal 2014 al 2020. Il 50% delle risorse sarà concentrato nei seguenti quattro punti: promozione dell'occupazione e mobilità dei lavoratori; inclusione sociale e lotta contro la povertà; investimento in istruzione e competenze; amministrazione pubblica più efficiente. «Abbiamo una miriade di vertenze e noi politici facciamo dei veri e propri viaggi della speranza verso Roma e spesso siamo costretti a tornare con un nulla di fatto – dice Teresa Bellanova, deputato parlamentare PD – affinché ciò non avvenga più serve costruire una proposta concreta e inattaccabile che permetta ai noi politici di presentarci nelle sede opportune con le carte in regola per far valere i nostri intenti».
