
Ormai tutti, ma proprio tutti si sono accorti del Salento, questo lembo di terra racchiuso tra due mari e per molto tempo ‘dimenticato da Dio’. Se ne sono accorti i turisti che, mai come quest’anno, hanno deciso di trascorrere le vacanze in una delle tante località balneari dell’Adriatico come dello Jonio. E anche a settembre, i telefoni degli operatori turistici continuano ad essere ‘bollenti’ proprio come il sole che in questi giorni invita a trascorrere le giornate in spiaggia. Se ne sono accorti i registi, noti e meno noti, che hanno scelto strade e piazze, vicoli e mare come location per i loro film o serie tv. Se ne sono accorte molte star del jet-set, anche internazionali, che hanno acquistato case, ville e masserie. Basti pensare al premio Oscar Helen Mirren che in ogni occasione pubblica utile si dichiara con orgoglio salentina.
Non se ne sono accorti, invece, i vertici di Trenitalia. Sono quasi offensive per chi ci abita le parole dell’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Michele Mario Elia. «Il Frecciarossa sino a Lecce? Non è possibile» sentenzia perentorio il numero uno delle FS in un’intervista ad un quotidiano locale spiegando che la scelta di far fermare il treno ad alta velocità a Bari è dettata solo ed esclusivamente da ragioni economiche legate a precise regole di mercato.
Insomma, per Trenitalia allungare la tratta fino a Lecce in questo momento non è ‘vantaggioso’ perché a loro detta la vendita dei biglietti non coprirebbe i costi di gestione della tratta. Peccato però che Tranitalia al Sud operi in un regime di monopolio e che quest’estate balzata agli onori della cronaca la triste vicenda del sold-out di tutti i treni per il Salento senza che l’azienda pensasse di aggiungere qualche carrozza in più che male non avrebbe fatto per migliorare l’offerta, ritenendo opportuno fare ‘il bottino pieno’ sui posti messi a disposizione.
Dichiarazioni inaccettabili e incomprensibili quelle dell’ad Elia anche per il consigliere regionale del Pd, Ernesto Abaterusso.
«Al di là delle polemiche – commenta in una nota – ritengo che il dibattito scaturito in questi giorni a seguito della decisione di Trenitalia sia del tutto legittimo e abbia riaperto una questione mai del tutto risolta per la nostra regione: quella della inadeguatezza della dotazione infrastrutturale del nostro territorio che risulta ancora oggi obsoleta, inefficiente e priva di collegamenti veloci. Come si può accettare di percorrere la tratta Milano-Bari in sole sei ore e mezza per poi doverne impiegare due per raggiungere Santa Maria di Leuca da Lecce su convogli e binari del tutto inadeguati, tra cambi di treno e costanti ritardi?».
Un’osservazione che più di qualcuno, turista e non, ha fatto una volta arrivato in treno a Lecce, peggio in aereo a Brindisi.
«Il Salento è diventato un brand che tira, un marchio dal grandissimo appeal. Non investire nelle infrastrutture – prosegue Abaterusso – vorrebbe dire buttare al vento anni di lavoro e perdere un’occasione importante di sviluppo per il nostro territorio e per l’intera regione. Il tempo dei rimpalli deve finire. Il Salento deve riprendersi la giusta dignità che gli spetta». Secondo il consigliere del Partito democratico per rilanciare un territorio dal punto di vista infrastrutturale serve una strategia lungimirante e una chiara politica di investimenti. Coraggio da un lato per finanziare una rete Alta Velocità che raggiunga tutte le provincie salentine evitando così che ci siano territori di serie A e territori di serie B e dall’altro per autorizzare Trenitalia ad attivare dei servizi che, se pur antieconomici, sono fondamentali per i cittadini, per i turisti e per lo sviluppo di una determinata area.
«Occorre quindi – conclude- che la deputazione salentina si spenda di più e con sempre maggiore incisività tanto sulle pagine dei giornali quanto soprattutto nelle sedi istituzionali competenti. Solo così possiamo impedire che un intero territorio resti ancora una volta isolato e penalizzato per colpa di scelte poco lungimiranti».