‘Se una parte del Pd va con la destra di Delli Noci, l’altra è impegnata a cercare un nome qualsiasi grazie al quale cavarsi d’impiccio e altre ancora procedono divise anche fuori dal recinto dei partiti, la situazione mi pare abbastanza compromessa, almeno per il progetto e per il percorso che avevo in mente. Di fronte a queste condizioni ho deciso di fare un passo indietro’.
Con queste parole, Sergio Blasi si tira fuori dalla corsa a sindaco di Lecce alla quale da tempo aveva dato la disponibilità a partecipare attraverso lo strumento delle Primarie come metodo per la selezione delle candidature.
Si è sentito troppo osteggiato Blasi (soprattutto dalla segreteria provinciale e cittadina del Pd) e ha preferito togliere il disturbo. Lo ha fatto con un comunicato stampa il giorno prima del referendum per evitare di collegare la sua decisione all’esito della consultazione popolare.
Il quadro di riferimento del suo partito non gli consente di spendersi in una consultazione elettorale nella quale non si sente ben accetto. E a chi lo ha accusato di essere, lui che è stato sindaco di Melpignano, decontestualizzato dal capoluogo, manda a dire senza mezzi termini: ‘La mia disponibilità ad impegnarmi per un obiettivo fondamentale per tutto il territorio salentino – perché se Lecce cresce cresciamo tutti – è stata banalizzata e osteggiata. E, addirittura, vissuta come un’invasione “territoriale” da chi concepisce Lecce come l’orticello di casa sua, considerando i 20 chilometri che separano questa città da Melpignano come una distanza siderale, in grado di annullare totalmente ogni mia capacità di fare il sindaco’.
Insomma, tutta colpa del Pd per Blasi, di un partito che si dimostra allo sbando, a suo dire. C’è chi sostiene la candidatura di Alessandro Delli Noci, abbracciando un progetto trasversale ai partiti che ‘spacchetterebbe’ i poli tradizionali per come sono stati conosciuti fino ad ora; c’è chi, come la segreteria provinciale, viaggia alla ricerca di un tavolo di discussione allargato e non vuole sentire parlare di primarie (anche se la prima proposta presentata con questo metodo attraverso la candidatura del presidente della Camera di Commercio, Alfredo Prete, non ha sortito gli effetti sperati. Anzi…Poi ci sono le iniziative personali di Mola e Fornari..Insomma una miriade di proposte senza la necessaria unità intorno ad un programma chiaramente alternativo a quello del centro-destra.
‘L’invasione dalle automobili, che in alcuni giorni fanno sembrare Lecce una città del Terzo Mondo; l’assenza in questa città di un trasporto pubblico degno di questo nome: una condizione inaccettabile per una città modernità; la necessità di integrare i quartieri periferici nel contesto urbano, perché non è possibile che di periferie si parli solo durante le campagne elettorali e poi, il giorno dopo le elezioni, queste vengano riconsegnate alla marginalità; la necessità di valorizzare il potenziale turistico e commerciale del centro storico, di chiuderlo al traffico, di rigenerare e rendere fruibili i beni culturali, per far prosperare i piccoli commercianti e gli artigiani; la necessità di attuare politiche ambientali vere, perché con il lancio della raccolta differenziata i leccesi hanno ricevuto solo una città più sporca’. Questo il programma che Sergio Blasi aveva tentato di lanciare ma senza riuscire a trovare nessun interesse da parte del suo stesso partito.
Già la scorsa estate, il consigliere regionale, temendo la chiusura delle trattative interne al suo partito sulla figura di Dario Stefano, aveva provato a lanciare qualche sasso nello stagno della discussione; ma nemmeno quelle parole erano servite a coagulare una fetta del suo gruppo. Blasi, quindi, getta la spagna e fa un passo indietro. Per la corsa a sindaco di Lecce il centrosinistra dovrà valutare altre soluzioni: scegliere di andare su Delli Noci o puntare tutto su Dario Stefano potrebbero essere le prime mosse del nuovo anno.
Sergio Blasi ritira la sua candidatura a sindaco di Lecce, ‘Nel Pd c’è chi considera il capoluogo un suo orticello’
Lo aveva anticipato ieri sera ma da stamattina è ufficiale. Sergio Blasi, un giorno prima dell’esito del voto referendario, decide di fare un passo indietro nella corsa a primo cittadino del capoluogo: ‘Non ci sono le condizioni’.