‘This is the end’. Axa licenzia i suoi dipendenti e la rabbia esplode in Provincia

Nessun salvataggio miracoloso, nonostante le rassicurazioni di politica ed istituzioni, si è probabilmente scritta la parola fine su una vicenda che getta nella disperazione più totale decine di individui che ora vedono il baratro della disoccupazione ad un passo.

Il giorno tanto temuto è arrivato. La società Axa, quella che gestisce (ma ormai è meglio dire, gestiva) per conto della Provincia i servizi di custodia, manutenzione, portineria e front office in alcune importanti sedi dell’ente, ha inviato la lettera di licenziamento ai suoi dipendenti che ci hanno sperato fino alla fine, ma sono andati incontro ad un epilogo quasi scontato.

Nessun colpo di scena, nessun salvataggio miracoloso, nonostante le rassicurazioni di politica ed istituzioni, si è probabilmente scritta la parola fine su una vicenda che getta nella disperazione più totale decine di individui che ora vedono il baratro della disoccupazione ad un passo. Loro, i lavoratori, però vivono ore drammatiche e sconvolgenti, ma non vogliono (e ne hanno ben donde) proprio arrendersi ad un destino che ormai sembra davvero segnato.

La loro rabbia è esplosa in tutta la sua violenza, dopo la notizia della lettera di licenziamento, quando sono tornati in Sala Giunta a Palazzo Adorno e hanno deciso di rimanere lì, in cerca di risposte, forse le stesse che cercano da un mese ormai e che non sono mai arrivate. Il Presidente della Provincia Antonio Gabellone è stato costretto a chiudersi nei suoi uffici, ma i dipendenti non si arrendono e restano in presidio.

Alcuni, forse per sfogare la rabbia, se la sono presa anche con le piante presenti lungo la scalinata di Palazzo Adorno. Qualcuno urla contro il presidente, qualcuno lo minaccia, altri piangono, altri ancora cercano di trovare un senso a tutto quello che sta accadendo, di certo, però, nessuno vuole darsi per vinto. D’altronde gli stessi lavoratori arrivano da un mese in cui ne hanno viste e sentite di tutti i colori, hanno presidiato giorno e notte le sedi della Provincia, sono saliti sui cornicioni, sui tetti, qualcuno ha rischiato la propria incolumità fisica per via di scioperi della fame prolungati.

“Il Presidente Gabellone non può essere rispettato, come uomo prima di tutto”. È forte e chiaro il messaggio che vuole dare il portavoce di Axa, Claudio Martella, rappresentante dei Cobas che a nome di tutti non usa mezze misure per far capire contro chi è rivolta la rabbia dei 29 dipendenti dell’azienda. “Ha dimostrato di pensare prima alle cose e poi alle persone. Queste persone hanno subito l’atto più brutto che si può subire, il licenziamento. Togliere il lavoro è come togliere la vita ad una persona e quando la politica non trova un rimedio a questo, significa che ha fallito e non ha più senso che abbia ancora un mandato elettorale. Tra le altre cose il presidente più volte aveva promesso che il problema lo avrebbe risolto, ma lui è oggetto dei tecnici e si fa manovrare da loro, senza prendersi nessuna responsabilità”.

Sono parole forti quelle del portavoce Axa che poi rincara la dose: “Lui doveva assumersi la responsabilità di salvare queste persone e non lo ha fatto. Lui è un oggetto in mano ai tecnici della Provincia. Io mi sento di sire una cosa al Presidente Gabellone, a nome di tutti: non è facile liberarsi delle persone e non si libererà facilmente di noi e nemmeno dell’azienda che è stata costretta a fare le lettere di licenziamento, ma quello era un atto dovuto da parte di Axa. Stiamo valutando il da farsi insieme a tutti i lavoratori, ma il presidio continua nonostante tutto. Tutto quello che è successo in questo mese ci ha fatto capire che siamo uniti e che come uomini abbiamo un certo valore, cosa che non si può dire del Presidente Gabellone. Lui un uomo non lo è”.



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