Cento alberi da estirpare per difendere la zona dall’invasione del batterio killer, la “Xylella fastidiosa”, che sta minacciando gli ulivi salentini. È questa la decisione forte ed obbligata che la Regione Puglia ha preso riguardo l’emergenza fitosanitaria che si è abbattuta nel Salento. Sarebbero dai 10 ai 15 gli alberi interessati dal contagio, un piccolo focolaio che però deve essere debellato immediatamente per non correre il rischio di una propagazione che sarebbe disastrosa per l’economia leccese. La zona interessata da questa contaminazione è quella a nord della provincia leccese e riguarda i terreni appartenenti ai comuni di Surbo, Trepuzzi, e poi anche di Galatina e Sternatia.
Per comunicare questa difficile decisione si è tenuto l’importante Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, questa mattina nella sede della Prefettura leccese a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’Assessore regionale alle Risorse Agricole ed Agroalimentari, Fabrizio Nardoni; il Prefetto di Lecce Giuliana Perrotta; l’assessore provinciale al Turismo Francesco Pacella; i sindaci dei Comuni interessati all’estirpazione e, in rappresentanza delle Forze dell’Ordine: il Questore di Lecce Antonio Majorano; il comandate provinciale della Guardia di Finanza Vincenzo Di Rella; il comandante provinciale dei Carabinieri Nicodemo Macrì.
Molto importante è stata ritenuta la partecipazione delle Forze di Polizia perché sarà obbligatoria la loro presenza nel momento in cui verrà fatta la potatura. Insieme al Corpo Forestale, infatti, saranno chiamati a controllare i terreni che verranno bruciati e sarà supervisionata la zona per impedire danni al territorio ed agli ambienti circostanti. Prima dell’estirpazione verrà effettuata un’ordinanza e, solo dopo quest’ultima, saranno avvisati i proprietari terrieri degli alberi.
Durante la potatura ci sarà l’obbligo di lasciare sul posto i tranci fino al completo essiccamento, periodo che durerà complessivamente cinque – sei mesi circa. Dopo questa complicata operazione si dovrà prendere una decisione su cosa si dovrà fare nella zona gallipolina. Sul versante jonico del leccese, infatti, la questione appare assai più intricata e ci vorrà più tempo per venirne a capo. Per questo motivo, quindi, il dibattito è stato rimandato e ci si è indirizzati su una zona apparentemente meno allarmante.
