‘Ci tenevamo a partire forte: ci siamo riusciti facendo a Monopoli il nostro dovere. Adesso pensiamo alla prossima, altra gara da non sbagliare’. Parla così Salvatore Caturano a pochi giorni dal debutto casalingo in campionato del Lecce contro l’Akragas. È da lui che quest’anno tifosi e società si aspettano molto, tanto: il carico dell’attacco grava quasi tutto sulle sue spalle.
‘Lo scorso anno entravo spesso a partita in corso, quest’anno invece la società ha deciso di puntare su di me: io quindi spero di ripetere l’annata di due campionati fa quando ero a Melfi quando mi sono laureato capocannoniere del torneo’. Accanto, poi, Sasà potrà contare su un parco attaccanti di primissimo livello. ‘Con Torromino – spiega – c’è stata subito molta affinità, abbiamo legato parecchio anche fuori dal campo. È un attaccante che non lo scopriamo certamente oggi e sono sicuro che sarà fondamentale per il nostro campionato. L’esultanza a Monopoli? È nata da un brindisi fatto a cena qualche sera prima e lo abbiamo simulato anche in campo, spero che sia di buon auspicio.
Pacilli, invece, è un altro elemento molto forte, tecnico, capace di inventare la giocata giusta in ogni momento. Anche con lui c’è feeling. Non dimentichiamo però nemmeno Vutov e Doumbia che compongono una batteria di attaccanti di primo livello’.
Il mercato, invece, si è chiuso nella serata di ieri e in Salento non è arrivato nessun ‘vice Caturano’. Il bomber su questo ha le idee molto chiare: ‘qui non ci si deve mai rilassare. Essere la prima scelta mi carica di responsabilità, ma accanto ho un giovane di grandi prospettive: Mattia Persano. Con lui adesso mi sento una sorta di fratello maggiore: è un calciatore intelligente, che ascolta e ha voglia di imparare. Per il Lecce è un grosso patrimonio’.
Salvatore Caturano, originario di Scampia, dopo la parentesi dello scorso anno, è tornato a vestire la casacca giallorossa tornando in Salento in prestito (con diritto di riscatto) direttamente dal Bari. ‘La mia maglia porta il numero 18 e non è certamente un caso. Con quel numero ho siglato il mio primo gol in B con l’Ascoli, poi a Lecce al mio esordio da subentrato ho segnato contro la Lupa Castelli Romani. Quando mi hanno chiesto di scegliere la mia numerazione ho pensato a questo numero, anche per un pizzico di scaramanzia’.
‘Padalino? È un tecnico che mi intriga: mi piace il suo modo di intendere il calcio. Personalità e mentalità vincente sono i suoi pregi. Il gioco parte direttamente dal portiere e tale metodo facilità anche noi. L’anno scorso con Braglia, ottimo allenatore, c’era un altro metodo che adesso è decisamente cambiato, con un netto miglioramento a livello di gioco’.
Infine chiosa sulle avversarie in campionato: ‘ il Foggia senza De Zerbi e senza una punta centrale resta pur sempre una compagine competitiva. Le qualità dei singoli non mancano: sarà un avversario di tutto rispetto che dirà la sua in questo torneo insieme ad altre rose. Noi però abbiamo voglia di riscatto dopo il rammarico dello scorso anno: siamo noi la squadra da battere. C’è voglia di vincere e farlo con questi colori e in questa piazza sarebbe un sogno. Tutti in rosa hanno fame’.
