Serie A, il Lecce attende l’intesa sugli allenamenti. Stipendi di marzo sospesi?

Ancora incertezza sulla possibile data per la ripresa degli allenamenti e del campionato di Serie A. Il Lecce rinvia a data da destinarsi e fa la conta dei possibili danni.

Poteva essere la prossima la settimana giusta per ritrovarsi e riprendere gli allenamenti, ma la situazione sanitaria generale non migliora e così, per il secondo lunedì consecutivo, il Lecce rinvia ancora la data per la ripresa della preparazione. Ma stavolta non c’è una data certa.

Come si legge in una nota ufficiale del club, infatti, “l’U.S. Lecce comunica che la ripresa degli allenamenti, fissata per lunedì 23 marzo, è stata posticipata a data da destinarsi. La condizione fisica e lo stato di salute dei calciatori continueranno ad essere monitorate giornalmente, a distanza, dallo staff tecnico e da quello medico”.

Nessuna intesa, dunque, è stata raggiunta dai club di Serie A su come e quando riprendere la propria attività: ieri in Lega non si è discusso di questo (si ipotizzava una ripresa comune il prossimo 4 aprile) e, sul tema allenamenti, formalmente ogni club resterebbe autorizzato a portare avanti la propria linea. Ad ogni modo, tutti hanno consapevolezza del momento e per questo anche ai calciatori verrà chiesto di contribuire al tentativo di contenimento dei danni: l’idea della sospensione degli stipendi è diventata una delle prime dell’elenco.

Oggi, dunque, la discussione dei vertici del calcio nelle ultime ore si è spostata. Difficile oggi prevedere quando il campionato potrà riprendere e, nel frattempo, qualcuno fa la conta dei danni. La sospensione del campionato, le porte chiuse e le mancate entrate garantite dalle TV sono voci importanti di introito e in caso di mancata ripresa del torneo i danni economici potrebbero essere devastanti, soprattutto per i club di provincia come il Lecce (sebbene con il bilancio virtuoso).

La Lega quindi sembra essere intenzionata a richiedere la sospensione dei salari di marzo dei giocatori: la questione, ora, dovrà essere valutata da FIGC e da Assocalciatori. Aperture al dialogo in tal senso anche dall’Associazione Allenatori.



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