La nave è salpata: chi non ci sta è ancora in tempo per scendere. Liverani: “il rispetto lo porto con il lavoro”

Non è un bel racconto quello che siamo costretti a narrare con la delusione per la seconda beffa consecutiva subita in una settimana. Non bastava la cocente delusione per la vittoria mancata con tanto di proteste arbitrali, ci si mette anche il clima ostile.

Brucia troppo l’epilogo del nuovo debutto casalingo in Serie B del Lecce: doveva essere una festa, sotto tutti i punti di vista, le cose si erano persino messe nel migliore dei modi. Poi un erroraccio individuale, una svista arbitrale e un clima ostile creato attorno a un elemento della rosa, hanno di fatto rovinato tutto.

È questa la recensione del film andato in scena ieri sera al “Via del Mare”: il 2-2 finale sa di beffa clamorosa, immeritata, inventata. Ma la vera beffa si consuma sugli spalti, dove d’un tratto un tifo splendido di una curva intera si interrompe perché uno spicchio di quella curva risente dell’ingresso in campo del tanto odiato Chiricò. Via gli striscioni, parte la contestazione generale nei confronti praticamente di tutti, con tanto di contro-fischi da parte del resto dello stadio.

Non è un bel racconto quello che siamo costretti a narrare con la delusione per la seconda beffa consecutiva subita in una settimana. Non bastava la cocente delusione per la vittoria mancata con tanto di proteste arbitrali, ci si mette anche il clima ostile ormai generato da una parte consistente (ma non maggioritaria) del tifo proprio ad inizio campionato. E non un campionato qualsiasi, ma quello della rinascita dopo 6 anni di Lega Pro. “Così è, se vi pare”, scriveva Pirandello.

Chiricò e Falco (ph.Pinto)

Le posizioni sono chiare, ma la nave è ormai partita e deve raggiungere il porto sicuro (quello della salvezza) il prima possibile: sono stati percorsi solo pochi metri, quindi chi non se la sente, chi è risentito, chi non condivide qualcosa o qualcuno, è ancora in tempo per tirare i suoi remi in barca, scendere su una scialuppa e tornare indietro. Ma, per carità di Dio, fate lavorare questo grande gruppo (a livello tecnico) con serenità, perché può regalare davvero delle belle soddisfazioni.

“Il mio percorso nel calcio – spiega Liverani nel dopo-gara – ha avuto sempre alla base il rispetto per tutti. Io ho sempre portato rispetto a tutti: ecco perché io devo nei confronti di questa città serietà e impegno. Chiricò fa parte della rosa: in quel momento di partita credevo che poteva dare qualcosa. Si è impegnato e ha dimostrato di voler dare il suo contributo”.

Sulla partita: la rovesciata di Mancosu e l’eurogol su punizione di Falco avevano fatto pensare ai 3 punti finali. Ma proprio al 90esimo arriva la doccia fredda: i granata pareggiano, ma tutti si accorgono di un vistoso fallo in attacco su Lucioni. Tutti, tranne il direttore di gara. “Il 2-2 – prosegue il tecnico – è nato da un fallo clamoroso: ci troviamo a commentare un pareggio immeritato della Salernitana. A questo punto penso che nel 2018 si possa iniziare a pensare alla VAR anche in Serie B. Oggi la mia squadra ha fatto tutto quello che poteva: non è bastato per portare a casa quello che meritavamo. Non credo che ci sia stata sofferenza: ci siamo abbassati perché gli avversari si ostinavano con i lanci lunghi e per forza di cose dovevamo stare più corti.

Per 95 minuti abbiamo giocato al di sopra della media, contro una squadra forte, costruita per obiettivi diversi dai nostri. Pettinari? Arriva poco al tiro perché con i due trequartisti deve abbassarsi. La nostra strada è quella del gioco: il campionato è lungo e in queste due partite abbiamo già capito che in questo campionato possiamo starci eccome. Oggi sono molto dispiaciuto per i miei ragazzi”.

Ora, dopo le gare di Benevento e Salernitana (in cui pesano più i 4 punti persi, rispetto ai 2 guadagnati), è già tempo per la prima sosta stagionale. “La sosta – conclude Liverani – ci aiuterà a far lavorare gli ultimi arrivati e recuperare qualche infortunato”. Sabato 15 settembre il Lecce renderà visita all’Ascoli.



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