Lecce non dimentica Ciro e Michele, due giocatori legati da un tragico destino

Il 2 dicembre 1983, in un incidente stradale, persero la vita Michele Lorusso e Ciro Pezzella, giocatori giallorossi uniti nella tragedia.

«Sono così le storie di calcio, come la vita, piene di risate e di pianti, ricordi e speranze, pene ed esaltazioni» disse una volta Osvaldo Soriano, uno scrittore e giornalista argentino. Sembra descrivere le emozioni provate prima e dopo la tragedia che in una ‘tranquilla’ giornata di inverno lasciò senza parole il Lecce e il Salento. Quel maledetto 2 dicembre 1983 Michele Lorusso e Ciro Pezzella, due bandiere del calcio, perdevano la vita  in un terribile incidente stradale, non lontano da Mola di Bari. La scomparsa dei due calciatori giallorossi segnò uno spartiacque tra il Lecce del passato e quello delle grandi imprese degli anni successivi, ma nonostante il tempo passato, i successi e le sconfitte sul rettangolo di gioco, la morte dei due giocatori giallorossi resta sempre un momento da ricordare, soprattutto per i tifosi che non li hanno mai dimenticati.

L’incidente stradale

«Se solo non avessero avuto paura di volare…», si sussurrerà tra le lacrime quasi a voler trovare un perché. Anche quel giorno Ciro e Michele, per non prendere l’aereo, decisero di raggiungere la stazione di Bari in auto. Lì, avrebbero preso il treno che li avrebbe portati a Varese, dove li aspettavano i compagni di squadra. Non era la prima volta, i due dividendo i chilometri da percorrere per le trasferte, ma sempre a terra. Quella “terra” che li ha traditi. Mancavano pochi chilometri al capoluogo, quando il dramma si presentò, consegnandoli alla memoria.

Chi erano Lorusso e Pezzella

Ciro e Michele, grinta da vendere e maglia giallorossa tatuata sulla pelle, non arrivarono mai a Varese, dove era in programma la partita della 13^ giornata di campionato. Un campionato straordinario per il Lecce, il migliore in assoluto dopo l’approdo in serie B di otto ani prima, che si concluse con un 4° posto ad un soffio dalla promozione e con tanto di profumo di serie A, un sogno che sarebbe diventato realtà l’anno successivo. Quell’83-84 era la prima stagione di Eugenio Fascetti sulla panchina del Lecce e a Varese il giorno dopo la morte di Michele e Ciro, il mister avrebbe giocato contro la sua ex squadra, quella che gli consentì di mettersi in luce in Serie B come allenatore di belle speranze.

Era un Lecce solido, quello nel quale giocavano Lorusso e Pezzella, giallorossi da molto tempo. Michele, autentico recordman è ancora oggi il giocatore che ha vestito più volte la maglia del Lecce (13 campionati disputati con il Lecce, lo stesso numero 2 sempre impresso sulla maglia e un solo, incredibile, gol segnato, in tutta la sua carriera). Ciro, vecchia gloria anni prima e reduce da brevi parentesi nella Sampdoria e nell’Avellino, tornò a Lecce nell’82, quando la squadra era allenata da Mariolino Corso.

Lorusso, il barese più amato dai leccesi, fu protagonista della gloriosa annata del Lecce “spaccatutti” di Mimino Renna quando nel ‘76 vinse il Campionato di serie C, la Coppa Italia di C e la Coppa Italo Inglese.

Pezzella, il cui nome svelava l’appartenenza alla terra napoletana, invece, arrivò l’anno dopo, nel primo anno di B del Lecce dopo quasi trent’anni di serie C, in un magnifico campionato che si risolse ad un passo dalla zona promozione e che viene ricordato per la famosa performance in Coppa Italia, quando il Lecce di Renna, Lorusso e Pezzella eliminò il Torino Campione d’Italia in carica.

Per poco i due difensori non festeggiarono la storica promozione in serie A del 1985. La sorte ha voluto così. Ora è il vento della memoria a spiengere le bandiere di Ciro e Michele, sempre con noi.