Costa caro il gesto di non dare la mano a Ventura, Pellè escluso da Macedonia-Italia

Dopo il brutto gesto nei confronti del Commissario Tecnico genovese, l’azzurro di Monteroni salterà il prossimo incontro valido per la qualificazione ai mondiali di Russia 2018.

Diciamocelo: ci ha fatto sognare nei due match europei contro Belgio e Spagna esaltandoci fino all’inverosimile.
 
Era dai tempi di Conte nel ’94 che un salentino non ci regalava il sogno di vedere di nuovo la maglia azzurra in cima al podio più alto di una competizione internazionale.
 
Le squadre battute, il modo di segnare, la voglia di vincere a tutti i costi… era tutto perfetto. Tutto, fino a quel fatidico quarto di finale dello scorso 2 luglio 2016 quando, contro la Germania di Neuer, la magia del bravo ragazzo di un piccolo comune del Salento si è improvvisamente dissolta lasciando spazio solo gestacci, spavalderia e figure da poco e niente.
 
Sembra quasi che dall’incanto si sia passati a quella stessa maledizione che ha colpito, negli anni, altri fuoriclasse del calibro di Cassano, Balotelli e Adriano, geniali folletti del calcio che, all’apice del loro successo, hanno preferito gettare tutto alle ortiche piuttosto che perseverare in quello stesso percorso, sportivo e umano, che li aveva portati ad essere degli esempi agli occhi dei tifosi.
 
Non bastava l’inutile sfottò al portiere tedesco con successivo rigore assurdamente sbagliato, no; ieri sera, a margine dell’incontro fra Italia e ‘furie rosse’, valido per la qualificazione ai prossimi mondiali di Russia 2018, alla decisione del Ct Ventura di sostituirlo al 60° con Ciro Immobile (protagonista assoluto sul fine partita), Pellè ha dato sfoggio, se così si può dire, dell’ennesima ostentazione di albagia e arroganza mancando, non solo, di stringere la mano al tecnico azzurro (che pure gliel’aveva tesa per complimentarsi nonostante una non proprio brillante prestazione) ma, a denti tutt’altro che stretti, lo ha pure apostrofato in un modo talmente poco elegante che, in tutta sincerità, è preferibile evitare ripetere.

No, Graziano, così proprio non va. Perché, vedi, vestire la maglia della nazionale è il sogno di milioni di ragazzi che, come te, provengono da sperduti comuni di provincia vedendo nel calcio la loro unica possibilità di riscatto ragion per cui, mancarle in questo modo di rispetto, non è in alcun modo accettabile, inoltre, non rispondere al gesto di encomio di un signore, quale il Ct azzurro innegabilmente è, non ti farà sembrare più grande ma, anzi, rischia di relegarti allo stereotipo del classico borgataro tracotante che, sì, potrà pure guadagnare fior fior di soldi giocando per una sconosciuta squadra cinese ma che, comunque, non avranno mai lo stesso valore dell’aplomb e la classe di un galantuomo come Giampiero Ventura.
  
Luca Nigro



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