A Empoli ancora un pareggio per i giallorossi, l’analisi della partita contro i toscani

Il pari in Toscana è il quarto di fila di una squadra, quella salentina, che non riesce a vincere da più di due mesi.

Il posticipo del lunedì, sintetizzato nello scontro diretto tra Empoli-Lecce, porta, come da prassi (vedi Verona), ad un pareggio.

Il detto salentino non sbaglia mai: “ogni petra ausa parite” che tradotto significherebbe “ogni pietra alza un muro”. Così come i pareggi del Lecce. Punto dopo punto, la classifica si muove e l’obiettivo si avvicina. Certo è che la vittoria manca da due mesi. I pareggi sofferti, quelli raggiunti all’ultimo secondo, quelli ragionati vanno anche bene. Però, è tempo di domandarsi il perché il Lecce non riesca più a vincere.

Empoli ha rappresentato da sempre un tabù per i giallorossi, mai vittoriosi a quelle latitudini. Così come è accaduto il lunedì appena trascorso. Le prestazioni, così come quella dello scorso anno, sono sempre scialbe e prive di carattere. Oseremmo dire che la gara contro l’Empoli, fin qui, è stata una delle più brutte della stagione. Basterebbe guardare i gol delle due compagini per capire che di calcio, a Empoli, si è visto poco.

Mister D’Aversa ha deciso di scendere in campo con Piccoli titolare e con Oudin al posto di Rafia. Strefezza, per l’ennesima giornata, è rimasto in panchina. Non ricordiamo situazioni nel primo tempo tali da meritare un accenno. È stata una partita spezzettata condita da falli e fischi, a volte, di troppo. Nonostante un Piccoli attivo e sempre in aiuto al compagno di turno, il peso offensivo è stato quasi nullo. Sansone avrebbe potuto registrare un voto superiore al cinque se solo fosse riuscito a ricevere, in area di rigore, la palla di Banda.

Il secondo tempo, complice anche un Lecce, leggermente, più pimpante regala il gol del vantaggio. Chiariamo subito: la staffetta Krstovic-Piccoli non ha aggiunto nulla. Il Lecce registra la presenza, solo grazie ad un tiro da lontano e centrale di Banda che, per un errore grossolano di Berisha, si è infilato in rete. Lo diciamo senza alcun dubbio. Il Lecce non meritava di stare avanti.

Perché l’Empoli, nel secondo tempo, è cresciuto e non poco. Tante sono state le azioni offensive dei toscani così come tanti sono stati i miracoli del solito grande Falcone. L’ilarità è racchiusa nel gol del pareggio dell’Empoli. Tante ottime azioni, eppure, il gol è arrivato per via di una rocambolesca, seppur giusta, traiettoria del pallone scagliato da Cambiaghi. La palla tocca il ginocchio di Rafia e si infila in rete dopo due tocchi sulla traversa e sul palo. La preoccupazione più grande risiede nell’incapacità dei giallorossi a reagire. La squadra di mister D’Aversa non è riuscita, in seguito al gol subito al 71’, a cacciare fuori la testa. È mancato l’orgoglio e il carattere. Come capita spesso, una volta passati in vantaggio, la paura di perdere ha preso il sopravvento. Non salviamo nessuno, se non Falcone. La prestazione sottotono di Ramadani la dice lunga sulla partita degli undici in campo e dei subentranti.



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