Fichi d’india, una “spinosa” storia d’amore con il re delle campagne salentine

Il fico d’india è un frutto spinoso, ma con tanti benefici. Venuto da lontano è diventato uno dei simboli del Salento. E della pianta non si butta via nulla. Le pale, tra l’altro, sono diventate un caratteristico elemento d’arredo, vere o di ceramica che siano.

Da quando la xylella fastidiosa ha distrutto gli ulivi e cancellato secoli di storia e di lavoro, il Salento ha riscoperto il fico d’india. Appartenente alla famiglia delle cactacee, era considerata sacra dagli Atzechi che hanno usato la pianta come panacea per curare alcuni mali. A dispetto del nome, che può trarre in inganno, è tutto Messicano. Tutta colpa di Cristoforo Colombo, convinto di essere sbarcato nelle Indie. Dal Sud-america è arrivato nel Vecchio Continente, grazie ai conquistatori spagnoli.

Tutti conoscono e amano i suoi frutti dalle straordinarie proprietà benefiche, ma sono tanti i segreti custoditi da questi finti cactus con cui sono botanicamente imparentati.

Era importante per allevare la cocciniglia, un insetto che permette di ottenere un pigmento rosso intenso, molto pregiato. Si dice sia stato usato . Oggi è uno dei coloranti alimentari più venduti al mondo (indicato sull’etichetta con la sigla E120).

C’è stato un tempo, nemmeno tanto lontano, in cui sono stati ‘dimenticati’. Bastava fare una passeggiata in campagna per notarli in bella vista sulle pale, illuminati dal sole cocente che contribuiva a esaltare i colori dei frutti o abbandonati per terra, se caduti, senza che nessuno si prendesse la briga di prenderli, anche a causa delle spine sulla buccia che rendono difficile raccoglierli. Oggi sono ricercati, tra i banchi dei supermercati, dove vengono venduti anche a prezzi stellari o nei menu di ristoranti e trattorie, grazie ai loro mille usi in cucina.

Le proprietà

In passato usati dai contadini come cibo per animali, le ficalindie hanno tantissime proprietà benefiche per la salute. Ricchissime di acqua e poco caloriche, contengono, ad esempio, molte vitamine dei gruppi A, B e C e minerali tra cui potassio e magnesio. Gialli, rossi, arancioni, bianchi c’è l’imbarazzo della scelta: le sfumature della polpa indicano una maggiore o minore concentrazione di alcune sostanze.
Sono ricchi di fibre, di antiossidanti e sono un ottimo frutto depurativo. Tanto che, secondo alcune ricerche, torna utile in caso di postumi da sbornia. Sono sconsigliati per chi soffre di stipsi e di diverticolosi.

Curiosità

Del fico d’india non si butta via nulla. Le pale, che sono diventate una decorazione caratteristica del posto, contengono succo gelatinoso che è anche un ottimo lenitivo in caso di scottature, e un buon cicatrizzante, capace di stimolare la rigenerazione delle cellule epiteliali.

Il segreto per pulirli senza farsi infilzare è di lasciare i fichi d’india in una bacinella d’acqua per qualche minuto e sciacquarli spesso sotto il getto dell’acqua. Meglio comunque usare i guanti.

Per avere maggiori dettagli sulla coltivazione e cura dei Fichi D’india ecco una guida completa https://www.edendeifiori.it/10707/fico-d-india.php