Le zucchine sono un ingrediente jolly in cucina. Il gusto delicato di questo ortaggio si ‘adatta’ a piatti raffinati e complessi o semplici e leggeri, ideali per la stagione estiva. Grigliate, gratinate, al forno o in pastella, c’è l’imbarazzo della scelta in cucina, ma una ricetta che “accontenta” un po’ tutti i palati è quella delle zucchine alla scapece, tipica della cucina napoletana, o alla poverella come è conosciuta nella tradizione culinaria pugliese e salentina. Comunque lo si chiami questo piatto, è un contorno sfizioso e facilissimo da preparare.
La ricetta delle zucchine alla scapece
Marinate in aceto ed esaltate dal gusto delle foglioline di menta fresca, le zucchine alla poverella si possono preparare in anticipo e servire fredde oppure al momento, come contorno caldo. Si può anche pensare ad una scorta per l’inverno. Basta alternare gli ingredienti in un barattolo di vetro (attenzione a sterilizzare correttamente i vasetti) e il gioco è fatto.
Ingredienti
- 5 zucchine
- 1 rametto di menta
- aglio
- olio extra vergine di olive
- sale
- aceto.
Procedimento:
- Lavate le zucchine e tagliatele a rondelle. Lasciatele asciugare su un canovaccio per almeno tre ore oppure esponetele al sole. Un trucchetto per evitare che durante la frittura assorbano molto olio.
- Riempite una padella con abbondante olio e fatelo arrivare a temperatura per friggere. Immergete le zucchine nell’olio caldo e una volta scolate tresferitele su carta assorbente da cucina per eliminare l’eccesso di olio.
- Disponetele su un piatto largo e aggiungete sale e aceto. Guarnite con foglioline di menta fresca e aglio. Servite calde o fredde, a vostro piacimento.
Varianti
Potete aggiungere un peperoncino. Se non gradite particolarmente l’aceto di vino, potete sostituirlo con l’aceto di mele o l’aceto balsamico, il gusto sarà ugualmente buono.
Curiosità
Il termine “scapece” deriva dallo spagnolo “escabeche” e indica la marinatura in aceto, da qui anche il nome della famosa scapece alla gallipolina, costituita da piccoli pesci fritti marinati a strati alterni con mollica di pane imbevuta di aceto e zafferano, venduta nelle varie sagre salentine.