
La Città di Taranto, dopo Mersin (Turchia) ,Tarragona (Spagna) e Orano (Algeria), ha vinto la sua canditura con il progetto Taranto 2026, che interesserà buona parte della Puglia, dando una boccata di ossigeno alle attività commerciali e turistiche che la competizione porta. Le zone interessate dall’evento sono principalmente tre, oltre che Taranto come Città ospitante, saranno interessate le Città di Lecce e Brindisi, che ospiteranno una serie di eventi sportivi, compresa la Città di Bari che sarà uno dei fulcri di arrivo e di partenza delle varie delegazioni.
L’evento ha un potenziale di ritorno economico sul territorio enorme, che interesserà l’interno comparto turistico dell’accoglienza, dell’artigianato e delle attività produttive, senza contare le attività collaterali.
I giochi ospiteranno le seguenti discipline individuali: Atletica, Badminton, Bocce, Boxe, Ciclismo, Scherma, Ginnastica, Golf, Sollevamento pesi, Judo, karate, Lotta, Nuoto, Taekwondo, Tennis, Tennis tavolo, Tiro a volo, Tiro a Segno, Tiro con l’arco e Vela. Mentre gli sport di squadra sono: Pallacanestro 3×3, Calcio, Pallamano, Pallanuoto e Canotaggio. Infine la sezione sport paraolimpici sono Nuoto e Atletica.
Da tutti questi sport, si possono calcolare oltre 4 mila atleti, provenienti dai 26 Paesi partecipanti, ma a questi si devono aggiungere per ogni singola nazione lo staff per ogni disciplina, dirigenti, accompagnatori, possibili familiari al seguito per ogni atleta, supporter e media. Stiamo parlando di numeri importantissimi, dove l’itero indotto turistico potrebbe avere oltre all’introito dal punto di vista economico straordinario, avere quel famoso feedback turistico che farebbe balzare la nostra Regione come meta finale.
Fin qui tutto bene, ma adesso inizia il vero problema, poiché gli standard di accoglienza turistica di quasi tre quarti di quei paesi, non li abbiamo nemmeno lontanamente. Tranne in qualche sporadico caso, il Salento e la Puglia in generale, non è assolutamente pronta ad accogliere questi ospiti che hanno delle esigenze, che nessuno ancora aveva pensato e quindi predisposto. Da tener conto, che questa forma di turismo, risponde a canoni e standard a sé.
Il problema dell’accoglienza
Dei 26 Paesi partecipanti una buona parte sono musulmani o a forte presenza musulmana, infatti: Albania ( forte presenza musulmana), Algeria (Paese musulmano), Bosnia ed Erzegovina (Paese Musulmano), Cipro (forte presenza musulmana), Egitto (Paese musulmano), Francia (forte presenza musulmana), Kosovo (Paese musulmano), Libano (Paese musulmano), Libia (Paese musulmano), Macedonia (forte presenza musulmana), Marocco (Paese musulmano), Montenegro (buona presenza musulmana), Siria (Paese musulmano), Tunisia (Paese musulmano) e Turchia (Paese musulmano).
Gli standard dell’accoglienza dei Muslim Travelers sono fondamentali, se si intende fare un’offerta turistica secondo gli standard internazionali che i Paesi europei stanno adontando. Infatti, nazioni come la Spagna, la Francia, l’Inghilterra e la Germania, sono tra i primi paesi che si sono attrezzati.
L’applicabilità di questi standard è qualcosa di veramente semplice, infatti, non ci sono modifiche strutturali per le strutture ricettive, ma semplici “aggiustamenti” nelle camere, quall’ora fosse necessario, nessun Corano in camera, o preghiere nei corridoi, ect.
Mentre, non è prevista nessuna “rivoluzione” di Menù, quindi non si butta via il “Vino e Salsiccia” ma semplici accorgimenti in fase di preparazione e stesura del menù. Per tutti gli operatori del settore turistico (non sono quelli dell’accoglienza e ristorazione) è necessaria la formazione sia in fase di interazione che esposizione. Tutto questo è “impercettibile” per il cliente ordinario, ma rimane “indispensabile” per il cliente musulmano.
La corretta forma comunicativa rimane il cardine per l’accoglienza dei Muslim Travelers, anche nei settori collaterali al settore turistico, infatti, anche il settore HORECA trarrebbe un’enorme beneficio da questa tipologia di cliente.
Pochi lo sanno ma il Salento, e il resto della Puglia, insieme alla Sicilia e Calabria (oltre che alla Spagna) è l’unica meta del mondo occidentale dove è presente Heritage islamico, rendendo la nostra terra una meta di riferimento culturale per questi viaggiatori che si stanno spostando (come mete turistiche) dal Sud Est Asiatico all’Occidente. Un mercato che non sfruttiamo, ma che con questi giochi si potrebbe addirittura ritorcere contro.