Passeggiando nel centro storico di Lecce, Otranto, Gallipoli o di qualunque altro angolo del Salento è impossibile non essere catturati dai colori e della bellezza delle creazioni dell’artigianato locale, una tradizione secolare in una terra che ha tanto da raccontare. Non c’è turista o salentino che non si fermi a guardare le opere d’arte esposte nelle antiche botteghe o nei negozi tipici che si affacciano sulle strade del passeggio, rendendo gli scorci dei borghi o delle città visitate ancora più affascinanti e caratteristici. Cartapesta, terracotta, pietra leccese, ricami, pizzi e merletti: sono tanti gli oggetti realizzati dalle abili mani degli artigiani che continuano a lavorare incessantemente per produrre manufatti di straordinaria bellezza e valore. Uno in particolare ha conquistato gli ‘stranieri’: la massaia salentina, una donna realizzata in terracotta e dipinta a mano che ricorda le “massare”, pietra miliare di una famiglia.
La massaia salentina
Chi è alla ricerca di un ricordo del Salento da mettere in valigia, non può non prendere questo bellissimo souvenir, un oggetto che fece la sua prima apparizione nel 1990, grazie all’intuizione e alla creatività di Maria Gabriella Epifani che, nel suo laboratorio artigianale nel centro storico di Lecce, creò questo simbolo salentino, ormai ricercatissimo, per festeggiare la prima Comunione della figlia. Per l’occasione, pensò di realizzare, quasi per gioco, delle bamboline di terracotta, le cui fattezze si ispiravano alle sue sette zie. Un modo per omaggiare le massaie che, per secoli, hanno lavorato nei campi, governato la casa, gestito la famiglia e educato i figli, sempre con forza, dedizione, passione e amore.
Forme generose e tondeggianti che ricordano un po’ le donne di Botero, abiti coloratissimi, grembiuli, fazzoletti e l’inconfondibile espressione sorpresa e attonita. A guardarla ispira subito simpatia. Le massaie create da Maria Gabriella Epifani sono diventate un simbolo del Salento, un vero e proprio oggetto da collezione. Da quelle con le mani in tasca o con un mazzolino di fiori di microscopici peperoncini o i purceddhruzzi (Purcidduzzi), alle prefiche (o chiangimuerti), dalle ballerine di pizzica alle comari, ognuna decorata con ghirigori minuziosi e centinaia di sfumature diverse. Ce n’è per tutti i gusti sul sito www.lamassaiasalentina.it.
Dai modelli originali ne sono state fatte poi tante imitazioni, ma l’unica massaia salentina è quella prodotta dall’artista che ha avuto l’intuizione di trasformare la donna meridionale in un simbolo di accoglienza.