Il presepe nel borgo. A Vignacastrisi grande successo per l’inaugurazione dell’evento natalizio

Inaugurato nel giorno di Natale il presepe vivente di Vignacastrisi, con tanti turisti e visitatori richiamati dalla tradizione. Prossimi appuntamenti a Capodanno e il giorno dell’Epifania.

Un Natale da vivere nel borgo grazie ad una rappresentazione artistica che attinge alla profondità del patrimonio popolare fatto di arti, mestieri, e tradizioni locali. Il Presepe vivente inaugurato la sera di Natale a Vignacastrisi è un vero e proprio tripudio di folklore, con un percorso articolato attorno al nucleo centrale della piccola frazione di Ortelle.
 
Il sindaco Francesco Rausa e il parroco don Pino Pedone hanno aperto il portone dello storico Palazzo Guglielmo, struttura architettonica più importante del paese, dando il via al viaggio nella dimensione magica di una Betlemme tutta salentina. All’ingresso il presidente dell’Associazione Parabola a Sud, che organizza l’evento, Pasquale Bono, accoglie gli ospiti registrando i nomi su un libro mastro, quasi fosse il censimento di evangelica memoria. All’interno del nobile e sontuoso Palazzo invece ci si trova subito al cospetto di re Erode e dei suoi ospiti, i magi giunti dall’Oriente seguendo la luce di un astro.
 
Poi dal giardino del palazzo si accede in un vicolo retrostante, dove gli anziani gustano la zuppa di fagioli, mentre all’esterno un vecchio telaio intreccia fili di corda. Il presepe è ospitato nelle case dei cittadini di Vignacastrisi che aprono le loro porte ai tanti visitatori. Si scopre la bottega delle signore che preparano la pasta fatta in casa, soprattutto orecchiette, e poi quelle che preparano il formaggio, mentre particolarmente suggestiva è la tappa dal fornaio, che coinvolge i bambini nella preparazione del pane, prima ricavando la farina dal grano, e poi infornando il pane che sarà mangiato caldo e ricoperto di olio d’oliva.
 
Dopo aver oltrepassato le prigioni, con i detenuti che gridano le loro sventure, il momento è propizio per far visita alla capanna della natività realizzata all’interno di un frantoio semipogeo, dove, all’interno di una vera stalla si trova un neonato che ha ricevuto il compito solenne di interpretare Gesù Bambino, avvolto in fasce nelle braccia di Maria e in mezzo a Giuseppe, a un bue e a un asino.
 
Piccole perle preziose di tradizione salentina per un allestimento intelligente e divertente che coinvolge tra figuranti e organizzatori più di trecento persone e che quest’anno è arrivato alla sua 12^ edizione.