La Cava di bauxite di Otranto e la leggenda di Asmodeide

Anche la cava di Bauxite a Otranto è legata ad una leggenda che ha come protagonista Asmodeide, una fanciulla bellissima con un tragico dono

Tutti conoscono la cava di bauxite di Otranto, il lago rosso immortalato in centinaia di foto, video e scatti che cercano di “catturare” le sfumature che hanno reso famoso questo giacimento di estrazione mineraria abbandonato. In pochi, però, conoscono la leggenda legata a questo angolo di paradiso, nascosto nel punto più ad oriente d’Italia, non lontano dal Faro di Punta Palascia.

La leggenda di Asmodeide

La favola tragica racconta la storia di Asmodeide, promessa sposa di Teofante. La fanciulla, dai capelli rossi come il fuoco e dalla pelle bianca, nascondeva un segreto. Una volta tramontato il sole, quando era ora di dormire, accadeva qualcosa di terribile: Asmodeide, infatti, aveva il dono di sognare il futuro, ma lei – che ricordava ben poco di quello che le appariva quando chiudeva gli occhi –  lo considerava una maledizione. Ogni mattina, aveva il terrore di assistere ad oscuri presagi, a sventure che non avrebbe potuto in alcun modo evitare.

Il giorno del suo quindicesimo compleanno, dopo aver programmato il matrimonio che desiderava tanto con il suo fidanzato, si recò nel suo luogo preferito, poco fuori le mura di Otranto. È lì che, sul sentiero, incontrò il Destino. Il Fato, vestito da vecchio pastore, le disse che non avrebbe potuto sposare Teofante altrimenti l’avrebbe pagata cara. E le disse anche quello che avrebbe perso: la prima notte di nozze il solaio sarebbe crollato sul suo sposo disteso sul letto che sarebbe morto senza accorgersi di nulla.

La giovane si ribellò. E decise di coronare il suo sogno. Una volta a letto, appena sentì scricchiolare le travi del tetto, Asmodeide spinse il marito fuori dal letto nel tentativo di salvarlo. Il tetto crollò proprio come il Fato aveva previsto. Teofante era vivo, ma si precipitò per assicurarsi che la moglie stesse bene, inciampò sulle macerie e cadde su una trave che gli trapassò il cuore.

Asmodeide, carica di rabbia e dolore, si recò alla cava, dove ad attenderla c’era il Destino. Il vecchio l’accusò di aver usato il suo dono per modificare il futuro: ogni volta che avrebbe provato a parlare, per punizione, sarebbe sgorgata acqua dalla sua bocca, a meno che non avesse accettato di essere sua moglie.

La fanciulla urlò al Fato che non l’avrebbe mai avuta e si gettò nel pozzo. Pochi istanti dopo dal buco iniziò a zampillare dell’acqua. È così che nella conca si formò un lago. Alimentato ancora oggi dal dolore di Asmodeide.



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