Estate, tempo di sole, mare e . abbandoni

Con l’arrivo della stagione estiva aumenta a dismisura il numero di animali abbandonati per strada. L’avvocato Emauela Fonte ricorda a tutti che per la loro tutela, laddove non arriva il buon cuore delle persone, ci sono le leggi a difesa degli amici a quattro zampe

L’abbandono degli animali, specialmente nel periodo estivo, è una piaga dapprima culturale e poi sociale. Gli animali da affezione abbandonati denotano non solo una forma disgustosa di crudeltà ma spesso sottendono a un comportamento deviato.

Sono forme di ignoranza del dolore psichico e fisico verso le razze diverse da quella umana.

Gli animali creano relazioni affettive verso gli uomini e una interruzione brusca crea una disperazione simile a quella umana agli animali stessi. Gli animali abbandonati, se non raccolti e riaffidati, nella totalità dei casi, sono destinati ad una morte atroce, nel migliore dei casi un investimento, nella peggiore una dolorosissima morte per denutrizione.

Allora può accadere che, con la stessa facilità con cui è stato accolto, il cane o il gatto venga messo alla porta. Le punte massime di animali abbandonati si registrano nel periodo estivo (25-30%), quando la partenza per le vacanze pone il problema della presenza di un quattro zampe, ma non è l'estate l'unica causa di abbandono: oltre il 30% dei cani viene abbandonato subito dopo l’apertura della stagione venatoria, perché il cane non è bravo a cacciare!

Spesso gli animali disorientati e impauriti vagano in strada con un grave rischio per se stessi e per gli automobilisti.
L’ abbandono di animale è un gesto deplorevole e vile, un’azione da non commettere mai sia per quel che comporta eticamente e moralmente e sia perché trattasi di reato.

Conclusione però, che è ben lontana dall’essere recepita nella nostra società, non essendo la nostra Comunità, ahimè, nuova ad episodi di maltrattamenti e scarsa sensibilità nei confronti degli animali, giustificando questa assoluta indifferenza con la banale quanto immorale scusante “sono solo animali”.

Tuttavia, l’idea che la norma penale debba intervenire in tutti i casi in cui non si riesce a contenere il dilagare di determinate condotte si rivela spesso fallace e, in concreto, non si traduce necessariamente nei risultati agognati. In che cosa consiste, infatti, l’efficacia deterrente della norma appena ricordata?

Un animale non è un peluche animato ma un nuovo membro della famiglia e va trattato come tale.

Inoltre spesso questi poveri pelosi, rimasti a vagare senza un punto di riferimento, rimangono vittima di incidenti stradali (…oltre il danno anche la beffa!!!)

Con il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti n. 217 del 9 ottobre 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 289 del 12 dicembre 2012, è stata data attuazione alle modifiche al Codice della strada in materia di trasporto e soccorso di animali in stato di necessità.

Il Legislatore del 2010, con un ampio intervento su diverse disposizioni del Codice, ha inserito nell’art. 189 il comma 9-bis che fa obbligo agli utenti della strada, in caso di incidente da essi provocato e da cui sia derivato danno ad uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, di fermarsi per prestare tempestivo soccorso agli animali investiti, punendone l’inosservanza con il pagamento di una sanzione amministrativa da euro 389 a euro 1.559.

È bene ricordare che “la civiltà e il progresso morale di un popolo si misurano anche dal modo in cui vengono trattati gli animali…”.

Avv. Emanuela Fonte
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