​L’inchiesta sull’agguato al giovane di Nardò al capolinea: gli autori sarebbero stati identificati

Il pm ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti, con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Ancora nessun iscritto nel registro degli indagati. Sembrerebbe che l’autore materiale sia un noto pregiudicato del posto.

L'inchiesta sull'agguato al giovane di Nardò, in pieno centro cittadino, dovrebbe presto giungere al capolinea. Il pubblico ministero Stefania Mininni ha aperto nelle scorse ore, un fascicolo d'indagine contro ignoti, con l'accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Ancora nessun iscritto nel registro degli indagati, ma presto lo scenario potrebbe mutare, perché sembrerebbe che gli autori siano stati identificati. In particolare, gli inquirenti sarebbero risaliti all'autore materiale dell'omicidio, un noto pregiudicato del posto, in attesa di poterlo assicurare alla giustizia.
 
Il pm assieme ai Carabinieri di Nardò è sulle tracce dell'uomo che sarebbe stato supportato da alcuni complici, nell'agguato a  Giovanni Calignano, 27enne del posto. I colleghi della sezione rilievi scientifici dell’Arma, con l’aiuto di un metal detector, hanno ispezionato palmo a palmo il luogo in cui si sarebbe verificato l’agguato, alla ricerca di eventuali bossoli o di indizi utili a ricostruire il quadro. Inoltre, hanno acquisito i nastri delle telecamere di videosorveglianza, installate nella zona. Pare che siano emersi indizi molto utili ai fini dell'indagine. Tra i moventi del tentativo di omicidio al vaglio degli inquirenti, i debiti contratti dal "bersaglio" dell'agguato nel settore del traffico di droga (Calignano è un volto conosciuto dalle forze dell’ordine per furto e per reati in materia di stupefacenti) o il controllo del territorio in merito alle piazze di spaccio.
 
Ricordiamo che nella tarda mattina di domenica, Calignano è stato raggiunto da tre colpi darma da fuoco, in corso Galliano a Nardò, a pochi passi da una pizzeria. Subito dopo, è stato accompagnato davanti al punto di primo intervento dell'ospedale  Sambiasi". Nelle scorse ore, è stato identificato il "misterioso" accompagnatore (inizialmente rimasto nell'ombra). Si tratta di Antonio Duma 55enne di Nardò, arrestato nella giornata di ieri, nell'ambito di una vasta operazione antidroga con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. L'arresto (non è collegato al tentato omicidio) rientra nell'ambito di una vasta operazione antidroga effettuata ieri, per ricercare eventuali legami e connivenze tra l'agguato e gli ambienti dello spaccio.
 
Calignano ora si trova ricoverato in prognosi riservata, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, dove è stato trasportato d’urgenza a causa della gravità della ferita riportata. Il proiettile che lo ha centrato al petto, hanno accertato i sanitari, gli ha perforato un polmone ma per fortuna non ha toccato il cuore. Il giovane è stato quindi sottoposto a un delicato intervento chirurgico, riuscito perfettamente, per tamponare l'emorragia.
 

Al vaglio degli inquirenti, anche il racconto che lo stesso Calignano ha fatto agli uomini in divisa di quei drammatici momenti. Infatti, al pronto soccorso, prima di svenire, avrebbe raccontato che pochi minuti prima, mentre camminava sul marciapiede di Corso Galliano, era stato preso di mira da un soggetto, che dichiara di non conoscere ( ipotesi che gli inquirenti stanno verificando con attenzione), e che gli avrebbe esploso contro tre colpi di pistola. Uno dei proiettili avrebbe colpito Calignano al petto, attraversandogli il corpo. Il giovane, che perdeva vistosamente sangue dal petto, è poi tornato sui suoi passi, gridando aiuto e sarebbe stato caricato su un’auto non meglio identificata che poi lo avrebbe trasportato fino al “Sambiasi”.



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